È su tutte le piattaforme, per Rubbettino, l’instant-ebook di Giuseppe Sabella: “La guerra delle materie prime e lo scudo ucraino. Ecco perché l’Europa è nel mirino di Putin” in cui, secondo l’autore, l’obiettivo del capo del Cremlino è fare della Russia il più importante fornitore di materie prime della “fabbrica del mondo”, la Cina. Per questo, Putin vuole lo “scudo ucraino”, perché è tra le aree più ricche del mondo in termini di potenziale di risorse minerarie.
È su tutte le piattaforme, per Rubbettino, l’instant-ebook di Giuseppe Sabella: “La guerra delle materie prime e lo scudo ucraino. Ecco perché l’Europa è nel mirino di Putin”
La prevalente narrazione della crisi ucraina, in linea peraltro con la propaganda russa, si avvale di categorie interpretative della guerra fredda. Al di là dell’accerchiamento della Russia da parte della Nato, la storia presente ci dice che l’ordine multilaterale è crollato – un bel problema per un Paese esportatore come la Russia – e che Putin vuole avvicinare Mosca a Pechino perché ha capito che, in particolare con l’Europa, gli affari si ridurranno.
Obiettivo del capo del Cremlino è fare della Russia il più importante fornitore di materie prime della “fabbrica del mondo”, la Cina. Per questo, Putin vuole lo “scudo ucraino”, territorio compreso tra i fiumi Nistro e Bug che si estende fino alle rive del Mar d’Azov, nel sud del Donbass. È tra le aree più ricche del mondo in termini di potenziale di risorse minerarie. E, per quanto concerne le riserve di “oro bianco” – così in ambito finanziario chiamano il litio – già è al centro di un caso internazionale che coinvolge Europa e Cina, vicenda che precede di pochi mesi la guerra in Ucraina.
È questa la tesi principale dell’instant-ebook di Giuseppe Sabella “La guerra delle materie prime e lo scudo ucraino. Ecco perché l’Europa è nel mirino di Putin”, appena lanciato su tutti gli store online da Rubbettino.
Il litio – spiega Sabella – è fondamentale per lo sviluppo dell’industria delle batterie, gli attuali leader nella produzione delle batterie sono Giappone, Corea del Sud, Cina e Australia, tra gli obiettivi più importanti del Green Deal europeo, che ha proprio nell’auto elettrica uno dei suoi simboli. Per queste ragioni, a luglio 2021 la Commissione Europea ha siglato un accordo di partenariato strategico sulle materie prime con il governo ucraino.
Le materie prime sono l’elemento decisivo per la crescita economica: lo vediamo da un anno, la loro scarsità – provocata anche da Mosca e da Pechino – genera i più alti livelli d’inflazione degli ultimi 30 anni.
A seguito dell’accordo tra Bruxelles e Kyiv, la European Lithium Ltd – società di esplorazione e sviluppo proprietà minerarie che ha sede a Vienna – annuncia di essersi accordata con la Petro Consulting Llc – azienda ucraina con sede a Kyiv – che dal governo locale ha ottenuto i permessi per estrarre il litio dai due depositi che si trovano a Shevchenkivske nella regione di Donetsk e a Dobra nella regione di Kirovograd, vincendo la concorrenza dell’azienda cinese Chengxin.
L’obiettivo di European Lithium è quello di diventare il primo fornitore locale di batterie al litio in una catena di fornitura europea integrata, e di contribuire a garantire la domanda europea di litio che, al momento, significa una grave situazione di dipendenza per l’industria europea.
È il 3 novembre 2021: un caso internazionale che coinvolge, quindi, anche la Cina. Poco più di tre mesi dopo, Putin manda l’esercito in Ucraina “per un’operazione di pace”.
La guerra di Putin, con la più grande emergenza umanitaria dalla Seconda guerra mondiale ai nostri giorni, sta marcando la fine della globalizzazione e l’inizio del mondo nuovo. È quello del decoupling, ovvero del disaccoppiamento delle catene del valore: quella occidentale e quella asiatica. È, anche, il mondo in cui democrazie liberali e autocrazie hanno iniziato a contrapporsi.