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venerdì, Novembre 22, 2024
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Fusione Taurianova Cittanova per far nascere un grande centro

Fusione Taurianova Cittanova, il sindaco Biasi scrive al collega Antico: Riprendiamo il confronto per unire i Municipi e far nascere il centro più grande della Città Metropolitana di Reggio Calabria dopo il capoluogo.

Il sindaco Roy Biasi ha scritto al collega di Cittanova, Domenico Antico, proponendogli la riapertura del dialogo fra i massimi vertici dei due enti per stimolare l’opinione pubblica e propiziare l’avvio dell’iter formale che conduca alla nascita di un’unica città.

Il primo cittadino taurianovese, avvocato ed espressione di una compagine di centrodestra, ha indirizzato tramite il protocollo del Comune la sua missiva all’omologo eletto nelle Amministrative del mese scorso, anche lui un legale che però guida una coalizione civica che era contrapposta tanto al Centrosinistra quanto al Centrodestra.

Il sindaco Biasi, richiamando proprio l’originalità del radicamento politicamente trasversale degli attuali amministratori, ha voluto sottolineare come il confronto richiesto indicherebbe la nuova tappa di un focus che i due Enti hanno acceso da tempo.

«Si tratta – scrive a tal proposito il sindaco Biasi – di un processo democratico già oggetto di valutazione ai più alti livelli dei due Enti, i cui rappresentanti nel recente passato si sono trovati d’accordo nel constatare come l’ormai ineluttabilità storica dell’Unione definitiva non trovi ostacolo nel comune sentire delle popolazioni e nella convenienza tecnico-economica della novità, ragioni di realismo che mi spingono ad invitarti alla ripresa di una riflessione comune conoscendo quanto da tempo ti stia spendendo per un rinnovamento del nostro territorio. La novità politica di cui sei portatore, assieme ad una compagine radicata nel civismo della tua Città, consente certamente l’innesto di un dibattito più maturo che possa arrivare ad avviare tutte le procedure, nel rispetto degli articoli 132 e 133 della Costituzione, che servono per realizzare il nostro sogno».

Il sindaco Biasi accenna poi le ragioni sociali e politiche che determinano la convenienza dell’auspicata Fusione.

«Taurianova e Cittanova – prosegue nella lettera inviata stamattina – oltre ad avere una storia comune che le ha viste affrontare insieme tanto i drammi causati dalla natura quanto le opportunità generate da una geografia condivisa, sono immerse da più decenni nello stesso processo di conurbazione che oggi potrebbe sfociare in una vera e propria Fusione che mantenga le due identità originarie, sul modello di quanto fatto con la città di Corigliano-Rossano, dimostrando cioè come si possa creare una nuova città mantenendo i nomi dei Centri che l’hanno fondata. Nascerebbe un nuovo territorio comunale che insisterebbe dallo Zomaro fino all’area attigua allo svincolo autostradale, centrale in una rete infrastrutturale che già vede le due cittadine collegate con i rispettivi svincoli della strada Pedemontana».

Il sindaco di Taurianova, oltre a precisare come dalla novità istituzionale non si genererebbe alcun annullamento o supremazia – sulla falsariga di quanto sta pure avvenendo con la storica fusione ipotizzata nell’area metropolitana di Cosenza – passa poi alla proposta metodologica, che sarà certamente il tema forte della politica locale alla ripresa autunnale.

«Sono pertanto per proporti – conclude il sindaco Biasi – un primo incontro sul tema, per fare il punto sui servizi che già i due enti gestiscono in forma associata, facendo parte dello stesso Ambito territoriale sociale, uno dei più virtuosi in Calabria, e da lì ripartire per valutare come attivare un primo coinvolgimento delle cittadinanze. Auspico quindi che la premialità decennale che lo Stato assicura alle Fusioni comunali, in uno con la prospettiva di creare una Città unica che diventerebbe il secondo Centro più popoloso della Città metropolitana di Reggio Calabria, dopo il capoluogo, diventino nuovi stimoli per una politica comune tra le istituzioni che guidiamo, sì da coinvolgere anche il sistema dei partiti e delle associazioni in vista dell’attivazione, presso la Regione, di quelle forme legislative che occorrono prima del referendum.

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