In tutto sono state eseguite 18 misure cautelari, tra carcere, domiciliari e obbligo di dimora, nei confronti degli indagati accusati di agevolare la cosa Morabito-Palamara-Bruzzaniti di Africo. Tra i reati contestati: traffico di droga, estorsione, ma anche reati finanziari come truffa allo Stato, nello specifico in merito a Ecobonus e fondi per la calamità Covid-19.
Due diversi gruppi criminali che, secondo gli inquirenti, erano guidati dalla stessa persona: Giovanni Morabito, un medico cinquantanovenne che collabora con alcune Rsa milanesi. Già condannato in via definitiva per traffico di droga, il medico è figlio di Giuseppe Morabito detto “u tiradrittu” storico capocosca, uno dei più famosi boss della ‘ndrangheta ora al 41bis.
Il secondo dei due gruppi criminali, invece, importava da Spagna, Austria, Albania, Sudamerica e commercializzava sul mercato del Nord Italia (Milano, Torino e altre province) e in Calabria, centinaia di chili di droga, tra cocaina, eroina, marijuana e hashish, “oltre a gestire un’attività di recupero crediti” ricorrendo spesso all’uso delle armi.