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Fili Meridiani trionfa al Dardan Fest 2024 con lo short film “COHA, Sguardo d’oriente in Arbëria”

Un prestigioso riconoscimento internazionale premia il racconto di un’identità secolare. Fili Meridiani ha trionfato al Dardan Fest 2024 con “COHA, Sguardo d’oriente in Arbëria”, lo short film, premiato per l’eccellenza nello storytelling, che racconta degli albanesi e di come questo popolo si sia insediato in aree disabitate, creando colonie che hanno saputo conservare vive tradizioni linguistiche e culturali.

Un prestigioso riconoscimento internazionale premia il racconto di un’identità secolare. Alla terza edizione dell’International Short Film & Documentary Festival – Dardan Fest, il documentario “COHA, Sguardo d’oriente in Arbëria” ha ricevuto il Special Award for Exceptional Storytelling and Excellence in Filmmaking. Un tributo che conferma l’importanza e la qualità della narrazione visiva proposta da Fili Meridiani e EMIRA DIGITAL. Il Dardan Fest, festival internazionale del cinema dedicato a documentari e cortometraggi, si è svolto dal 31 ottobre al 3 novembre 2024 presso la Piramide di Tirana, in Albania. Questa terza edizione ha presentato una maratona di film provenienti da tutto il mondo, selezionati per la loro capacità di riflettere le sfide e le trasformazioni della vita quotidiana. Il festival rappresenta una piattaforma significativa per registi emergenti e professionisti, promuovendo la diversità culturale e l’innovazione nel cinema contemporaneo. Girato nel cuore dell’Arbëria crotonese, a Carfizzi, COHA esplora la cultura e l’identità delle comunità arbëreshe nel sud Italia, evidenziandone le origini storiche legate alla diaspora albanese. Il documentario racconta come, a partire dal XV secolo, gli albanesi si siano insediati in aree disabitate, creando colonie che hanno saputo conservare vive tradizioni linguistiche e culturali. Al centro della narrazione c’è l’importanza della “Coha”, l’abito nuziale tradizionale delle donne arbëreshe, simbolo di identità e fedeltà. Attraverso una descrizione dettagliata delle varie componenti della Coha, il documentario mette in luce la maestria artigianale e il significato profondo di questo abito, che non è solo un elemento di vestiario, ma un pilastro cerimoniale e rituale. Il rituale della vestizione rappresenta un momento intimo e significativo, legato alla storia delle famiglie arbëreshe e al ruolo fondamentale delle donne nel preservare la loro cultura. COHA sottolinea anche l’importanza di salvaguardare queste tradizioni di fronte ai fenomeni di spopolamento e ai cambiamenti culturali.

Il progetto si distingue per la capacità di rievocare emozioni profonde, omaggiando con particolare attenzione le donne arbëreshe, custodi di un’eredità inestimabile. Il team creativo che ha reso possibile questo progetto è stato guidato alla regia da Ettore Bonanno e Ursula Basta, con il contributo fondamentale di Francesca Liuzzo alle riprese e al montaggio, affiancata dallo stesso Bonanno. La direzione organizzativa è stata affidata a Fabio Spadafora, mentre la suggestiva versione del brano “Lule Lule” è stata interpretata dal pregevole cantautore e artista arbëresh Ciccio Mazza. La voce narrante di Francesco Pupa, talento calabrese di Crotone, ha impreziosito i testi di Ursula Basta, mentre l’autenticità visiva è stata garantita dai costumi di Mariannina Leonetti e Caterina Amato. Le interpreti, Francesca Basile e Giovannina Langellotti, nel ruolo di nonna e nipote, (sullo schermo e nella vita) hanno saputo emozionare il pubblico, mentre i sottotitoli in inglese sono stati curati da Kerin Fabiano. Un sincero riconoscimento va anche a Maria Spadafora e Chiara Giudice per il loro prezioso supporto organizzativo. Questo documentario è un omaggio alle donne arbëreshe, un tributo al loro ruolo essenziale nella conservazione della nostra cultura. Il premio assegnato a COHA testimonia la forza di una narrazione che riesce a far rivivere un passato lungo oltre 500 anni, mantenendo vivo il legame con le proprie radici. Un successo che conferma il valore di un progetto nato per celebrare l’eredità culturale dell’Arbëria. Ettore Bonanno, co-regista del documentario, ha dichiarato: “Questo premio rappresenta un importante riconoscimento per tutti coloro che hanno lavorato con dedizione a questo progetto. La nostra missione era raccontare una storia che tocca l’anima della nostra comunità e provare a far capire che il nostro patrimonio ha un valore elevato e che per questo va tutelato, conservato, custodito con cura. Sono grato che il nostro impegno sia stato apprezzato a livello internazionale.” Ursula Basta, co-regista e autrice dei testi, ha aggiunto: “La Coha è molto più di un abito: è un simbolo vivente della nostra identità culturale. Dedico questo premio alle donne arbëreshe, custodi silenziose e potenti della nostra tradizione. Il loro coraggio e la loro forza sono stati la nostra ispirazione più grande.”

Fili Meridiani è un’organizzazione impegnata nella valorizzazione delle aree interne della Calabria e, in particolare, delle comunità arbëreshe. Fondata da un gruppo di giovani professionisti, Fili Meridiani si dedica alla salvaguardia della lingua e delle tradizioni arbëreshe, promuovendo il turismo esperienziale, lo sviluppo culturale e la rigenerazione comunitaria. Attraverso eventi, progetti di storytelling e attività di cooperazione internazionale, punta a preservare l’identità culturale dell’ Arbëria e a rafforzare i legami con le comunità albanesi nel mondo.

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