Per l’ex ambasciatore del Patto europeo per il Clima della Commissione europea, “la lotta alla crisi climatica e la transizione energetica ed ecologica dovrebbero essere al centro delle agende politiche di tutto il mondo. I dati scientifici ci hanno appena confermato che aprile è stato l’undicesimo mese consecutivo a essere il più caldo delle proprie serie storiche. Invece, incredibilmente nel 2024 continuiamo a pensare alla guerra e a prepararci a un’economia di guerra”.
Paolo Maria Della Ventura, classe 1970, è nato a Campobasso e residente a L’Aquila. Laureato in Economia aziendale, con due Master in Gestione globale dell’Ambiente e in Finanza e Controllo di gestione. E’ stato ambasciatore del Patto europeo per il Clima con nomina della Direzione generale UE per l’Azione climatica dal 1 novembre 2021 al 13 febbraio 2024. Membro degli organismi dirigenti provinciali e regionali di FLC CGIL Abruzzo Molise. Membro del Comitato Direttivo nazionale di MERA25 Italia, il partito legato a DiEM25 (il movimento internazionale lanciato 8 anni fa da Yanis Varoufakis, l’ex ministro greco delle finanze). Attivista climatico, ha fatto della lotta alla crisi climatica “una missione di vita, per le prossime generazioni”. Accreditato ONU all’ultima COP28, come delegato di Italian Climate Network. Segue le politiche energetiche da fonti rinnovabili, in particolare quella sull’eolico, con focus sull’eolico offshore. Da anni lavora sulla percezione del rischio climatico, e sua comunicazione, e sull’azione climatica e relativo coinvolgimento dei decisori politici, a livello territoriale, nazionale ed europeo.
Oggi è candidato alle elezioni europee nella Circoscrizione meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) nella lista Pace, Terra, Dignità.
Per Della Ventura “è necessario riportare in cima all’agenda politica europea, e di tutti gli Stati Membri UE, le politiche climatiche e le conseguenti politiche energetiche basate sulla transizione”. Per l’ex ambasciatore del Patto europeo “la Commissione europea sta rinnegando il proprio cavallo di battaglia, il Green Deal, per strizzare l’occhio alla destra di tutta Europa. E invece questa legislazione è stata la più avanzata al mondo, in termini di politiche climatiche, anzi l’unica finché l’amministrazione Biden ha legiferato sull’Inflation Reduction Act”.
Il peggioramento di tutti i dati scientifici che riguardano il clima, infatti, per il candidato di Pace, Terra Dignità, “non lasciano spazio a dubbi su cosa sia necessario fare: attuare velocemente la transizione energetica verso le fonti rinnovabili: solare ed eolico, in particolare. Non dobbiamo inventarci alcunché: le tecnologie già ci sono. Dobbiamo solo accelerare nella installazione di nuove capacità, per rispettare gli impegni internazionali e gli obiettivi europei: dobbiamo arrivare almeno al 45% di energia prodotta da fonti rinnovabili e per poterlo fare in Italia dovremo installare una decina di gigawatt ogni anno fino a fine decennio”. Ma, sottolinea Della Ventura, per poterlo fare servono fondi e investire su impianti, reti, stoccaggio. E invece continuiamo a essere distratti dai conflitti, in particolare quello più vicino a noi in Ucraina e quello al di là del Mediterraneo orientale, con il genocidio in atto in Palestina perpetrato da Israele. “Un’economia di guerra, quale quella attuale, toglie spazio e fondi alla Sanità, all’Istruzione, alle politiche sul Lavoro, alle politiche sociali, alla stessa transizione energetica” e questo per il candidato non ce lo possiamo permettere.
“Abbiamo di fronte un processo irreversibile, quello della transizione energetica, che non è più in dubbio se non sui tempi. Ma dobbiamo guidare questo processo o lo subiremo. Con ricadute negative in termini di economia, industria, posti di lavoro in quantità e qualità.” In estrema sintesi, conclude della Ventura, “dobbiamo garantire un futuro migliore per le prossime generazioni e tutelare il presente di tutti. Ma per farlo dobbiamo far sì che l’Europa recuperi in fretta il proprio ruolo di leadership climatica e diplomatica o sarà destinata all’irrilevanza, schiacciata tra Usa e Cina. E gli Stati membri con essa, a partire dall’Italia che già oggi ha un ruolo marginale, contrariamente a quello che vorrebbe farci credere il governo”.