Vi proponiamo una poesia, che l’autore rivolge a colui che riteneva fosse un suo amico.
Come al solito, mi trovavo al supermercato
per fare spesa. Nell’entrare, sentivo un gran vociare, simile
a quello di una moltitudine di persone, entrato nel largo e lungo
corridoio che precede le casse, vidi una gran folla.
La gente, separata in due ordini destra e sinistra,
lasciava in mezzo un lungo spazio libero, riservato a persona
importante! Alcuni uomini trattenevano camminando,
la folla dall’invadere tale spazio centrale.
Grande vociare di popolo.
Accompagnato da un forte rullio di tamburi!
Nel centro libero, avanzava un uomo, tronfio,
con divisa militare, cappello piumato e sul petto
appiccicata una fila di medaglie che mandavano riflessi
dorati. Camminava pavoneggiandosi salutando con
grandi gesti delle mani, ora, a destra ed ora a sinistra.
I suoi piedi toccavano leggermente terra, tanto era l’ enfasi
della sua situazione.
Tutto preso dall’ esplosione degli applausi,
rimasi sbalordito, riconoscendo l’ individuo a me ben noto,
e cominciai ad applaudire. Non credevo ai miei occhi
era proprio lui, il mio conoscente! D’ un tratto tutto svanì,
dall’altra parte del largo corridoio c’era un uomo,
appesantito dall’età, era proprio il vecchio amico, aleggiava
sulla sua bocca un sorriso da ebete, portava con grande sforzo,
sulle spalle, un otre pieno dei suoi pesanti pregiudizi!
L’albatros