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Elezioni Arrical: a Reggio vincono i sindaci della destra, out Imperitura

Ieri 29 settembre, i Comuni calabresi hanno eletto 33 membri del Consiglio direttivo di Arrical, l’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria. Nell’ambito della provincia di Reggio Calabria (ATO), la sfida più che sulle qualità ambientali dei comuni si è giocata sul colore politico delle rappresentanze ed hanno vinto i sindaci del centro destra che su dieci hanno preso 6 poltrone. con l’elezione di Fontana/Locri, Brizzi/Sant’Ilario, Cagliuso/Caulonia, Giovinazzo/Rizziconi, Demarzo/Anoi, Pizzi/Ferruzzano, mentre la sinistra ha eletto, Falcomatà come Città metropolitana (di diritto) e Citta di Reggio Calabria, Ranuccio/Palmi e Morizzi/ Oppido. Grande sconfitto lo storico presidente, inossidabile, del comitato dei comuni della Locride Giorgio Imperitura, e gli stessi vertici dell’associazione Vincenzo Maesano e Vittorio Zito.

Questa la cronaca. Ieri, 29 settembre, i Comuni calabresi hanno eletto 33 membri del Consiglio direttivo di Arrical, l’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria, nata con la legge regionale n° 10 del 2022 e sinora guidata dal commissario Bruno Gualtieri. Gli eletti si aggiungeranno ai 7 Comuni membri di diritto: cinque capoluoghi di provincia più le due città di Corigliano Rossano e Lamezia Terme. Si tratta di un voto attraverso il quale Arrical, dopo la gestione commissariale tesa a ricomporre il quadro frammentato delle Ato ed a risolvere le problematiche, assumerà pienamente l’esercizio associato delle funzioni pubbliche relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione dei rifiuti urbani con l’obiettivo di rafforzare il ruolo pubblico nel governo dei servizi. Il meccanismo elettorale previsto dall’art. 8 della legge istitutiva, basato sul dato del numero di abitanti, divisi in fasce e non scevro da qualche contraddizione, rischia di non eleggere una governance all’altezza della sfida.

Questa era la preoccupazione delle associazioni di categoria che non potevano immaginare l’esito finale. “La legge regionale n. 10/  riprende e fissa principi molto importanti come quello del riconoscimento dell’acqua come bene naturale e diritto umano universale, della tutela pubblica del patrimonio idrico e dell’ambiente naturale e della pubblicità, indisponibilità e inalienabilità di tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, indicando i conseguenti obiettivi. In materia di gestione dei rifiuti la norma ha come riferimento i principi dell’economia circolare, con il fine della massima tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo, declinando una serie di obiettivi che includono la raccolta differenziata, l’incentivazione del riuso e del riutilizzo, la tariffazione puntuale, la riduzione dello smaltimento in discarica e la pianificazione di una rete infrastrutturale”.

 

 

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