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venerdì, Novembre 22, 2024
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Cristo non si fermerà sulla Limina

Aldo Polisena, autore del saggio” Storia della Superstrada Jonio-Tirreno”, fa un rapido excursus della storia della strada, rimarcandone in modo efficace l’importanza e la necessità di non chiudere una così importante arteria di collegamento

Nascono i comitati di lotta Jonio-Tirreno per il raddoppio della 682.Ho seguito, negli anni ‘70/ 80 e ’90, in qualità di dirigente sindacale, tutte le vicende della costruzione della strada a scorrimento veloce Ionio-Tirreno e nel 2009 ho scritto un saggio, “Storia della Superstrada Jonio-Tirreno” il quale ricostruisce la storia di questa infrastruttura stradale che ha modificato” la cultura e le abitudini dei cittadini dello Ionio e del Tirreno”. La strada quando venne inaugurata, il 10 agosto del 1989, fu definita dall’allora Presidente dell’Amministrazione Provinciale, Dottor Vincenzo Gallizzi, “la strada dell’amore” che invece, nel corso degli anni divenne “la strada della morte”. Monsignor Giovanni Marra, cinquefrondese, in un incontro tenuto proprio a Cinquefrondi, il 18 Ottobre del 1988, affermò:” Sogno questa strada che apre lo sguardo allo Jonio, come un punto di riferimento per la nascita di piccole medie attività produttive capaci di dare sviluppo ad un territorio… dove gli uomini vogliono vivere in pace e nel lavoro”. Molte cose non si sono sviluppate ma la strada è divenuta una infrastruttura viaria indispensabile per la mobilità dei cittadini di questa Provincia. E’ pur vero che già, sin d’all’inizio, gli incidenti mortali divennero frequenti per cui si rendeva necessario la sua messa in sicurezza. Già nel 2009, nella prefazione al mio saggio scrivevo che “dopo 19 anni dall’apertura al traffico, la Superstrada ha bisogno di un intervento profondo per renderla più sicura e più moderna”. Per questo mi sono battuto in questi anni, anche come esponente dell’Associazione Progetto Città della Piana, assieme all’Architetto Armando Foci, con il quale abbiamo lanciato l’idea per il “suo raddoppio”. Abbiamo realizzato diverse iniziative sul territorio perché le nostre comunità venivano sconvolte dagli incidenti di cui restavano vittime molti automobilisti, soprattutto per la mancanza di manutenzione dell’infrastruttura e abbiamo coinvolto le Istituzione e la stessa Anas gestore dell’opera. Siamo riusciti a strappare degli impegni per il finanziamento e per la messa in sicurezza soprattutto della Galleria della Limina. La soluzione che propone oggi la Regione e la stessa Anas, è assurda perché una chiusura al traffico della Jonio-Tirreno è improponibile, come diventa impossibile creare un percorso alternativo utilizzando solo la vecchia provinciale Mammola -Limina, la quale, non riuscirebbe a sopportare un traffico di migliaia di autovetture al giorno. Questa mattina il Professore Domenico Talia, jonico, scrive che “per la chiusura di una galleria una intera zona della Calabria, dell’Italia rimarrà isolata”. Ecco perché abbiamo il dovere di convincere l’Anas e la stessa Regione a rivedere questa scelta della chiusura e immaginare la costruzione di un percorso alternativo alla Galleria della Limina e nello stesso tempo iniziare l’ammodernamento della strada che porta a Mammola per creare dei percorsi che dalla Limina si collegano alla zona Ionica. La vecchia strada Provinciale 1 (Gioia Tauro-Gerace) va subito ammodernata (esistono già progetti e finanziamenti) ma non risolverebbe il problema del traffico automobilistico che si creerebbe con la chiusura della strada a scorrimento veloce. Non vedo molta attenzione da parte dei Sindaci, mentre ho registrato molte prese di posizione e molte preoccupazioni da parte dei cittadini, della fascia Ionica e Tirrenica, che per vari motivi utilizzano l’arteria stradale e con i quali ho incominciato a prendere contatti per creare dei comitati per “la messa in sicurezza della Jonio-Tirreno; per la creazione di percorsi alternativi idonei; contro la chiusura per due anni della trasversale e contro l’isolamento delle due aree geografiche”. Presto si terrà’ un incontro tra Mammola e Cinquefrondi per tentare di aprire un “tavolo tecnico consultivo al quale far sedere la Regione Calabria, l’Anas, la Città Metropolitana, i Sindaci e le Associazioni e Comitati dello Jonio e del Tirreno.

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