La multinazionale produttrice di prodotti caseari Dop, con al suo interno ben 150 impiegati, cessa di esistere. La Città metropolitana di Reggio Calabria rimane tramortita dall’accaduto e il prefetto dell’associazione dei comuni dell’Area Grecanica, Pierpaolo Zavettieri, si appella alla Regione Calabria.
La provincia calabrese di Reggio Calabria non sta vivendo un gran periodo. L’economia reggina è stata messa a dura prova dopo la chiusura della multinazionale agroalimentare “Alival”, appartenente al gruppo francese di investimenti “Lactalis”, proprietaria dal 2019 della Bu Castelli Specialità Dop. La compagnia ha deciso di chiudere nel Reggino, così come a Pistoia per concentrare i nuovi investimenti su strutture economicamente “più sostenibili” e per riportare in equilibrio la gestione operativa dell’azienda, da tempo in sofferenza e aggravata dall’impatto sui costi di produzione, dovuti al protrarsi della crisi pandemica e al nuovo scenario di crisi internazionale. La critica da parte della UGL (Unione Generale del Lavoro) contro il gruppo di investimenti francese non si è fatta attendere, citando la mancata richiesta dell’attivazione di un ammortizzatore sociale, se non per un brevissimo periodo durante la prima fase della pandemia. Oltre all’Unione, notiamo l’interesse da parte del sindaco di Roghudi, nonché Presidente dell’Associazione Sindaci dell’Area Grecanica, Pierpaolo Zavettieri, manifestato nei confronti dei 79 lavoratori, di cui 15 provenienti dalla stessa Area, che si sono visti tremare la terra da sotto i piedi. Agglomerati alla sede di Pistoia sono, in totale, 150 gli operai rimasti disoccupati e altrettante le famiglie poste in condizioni precarie. La nota meno lieve è che la produzione non sarà delocalizzata: rimarrà in Italia e sarà affidata ad altri stabilimenti e in diversi territori italiani con lo scopo di continuare a valorizzare i mercati nazionali ed internazionali con i prodotti dell’ alta qualità Made in Italy.