Sergio Salomone
Oggi mi sarebbe piaciuto parlare della diversa risonanza che viene data dai nostri media agli “ammonimenti” del Capo dello Stato a seconda che si rivolga alla Polizia che manganella i dimostranti o ai dimostranti che bruciano foto di Meloni a testa in giù.
Avrei voluto domandarGli con tutto il rispetto dovuto se ha considerato, prima di farlo, che il Suo intervento preoccupato per la “deriva antidemocratica” che si respira in Italia in difesa dei ragazzi manganellati a Pisa avrebbe potuto influire sulle elezioni sarde tanto da far dire a Todde, a vittoria acquisita, che la Sardegna ha risposto con le matite ai manganelli.
Dai media avrei voluto sapere perché, contrariamente alle paginate e alle ore di trasmissioni dedicate all’episodio di Pisa, stamattina non dedichino lo stesso interesse all’aggressione alla polizia messa in atto a Torino dagli antagonisti dei centri sociali -nemmeno fossero a Scampia- per tentare di liberare un extracomunitario irregolare fermato per essere rimpatriato.
Avrei detto che non mi sorprenderei se, arrivati a questo punto, i ventisei poliziotti rimasti fin qui feriti seriamente nelle centinaia di manifestazioni antiebraiche che si sono svolte in Italia dal sette di ottobre e, a poco a poco, tutti gli altri loro colleghi che guadagnano mille e cinquecento euro al mese per farsi sputare in faccia, d’ora in poi, girassero il viso dall’altra parte ogni volta che qualcuno di questi gentiluomini avesse bisogno del loro aiuto.
Ma subito dopo mi sarei risposto che questi sono i nipoti di quei figli del popolo che Pasolini difese in passato contro la cultura della Sinistra di allora e non esisterebbero a mantenere fede al giuramento fatto di difendere e proteggere.
E non per dovere, ma per dignità.
E, allora, niente di tutto questo e nemmeno il ricordo che negli anni ’70 il clima delle violenze sociali si originò da una situazione analoga.
Si arrivò alle Brigate Rosse partendo dalle invettive contro i “celerini assassini e servi dei padroni”.
Dirò, invece, di Mister Giuseppi (Conte) come lo chiamò Trump.
Il nostro avvocato del popolo, parlando della situazione ucraina post invasione russa, ha enunciato una teoria (frutto di riflessioni partorite a seguito di un lungo conclave con Toninelli) che i problemi degli Ucraini stanno tutti nell’abbigliamento di Zelensky.
-Basta con quella mimetica!-
Eccheccaxxo!