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domenica, Novembre 24, 2024
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Con Cuperlo per rimettere in cammino un vero partito riformatore e garantista

Venerdì, a Lamezia, è accorsa a salutare Cuperlo quella parte di popolo calabrese di Sinistra che vuol ridare significato alle parole, siamo quelli che “veniamo da lontano e andiam lontano” e che hanno voglia di rimettere in cammino un vero partito riformatore e garantista.

Se qualcuno crede veramente che lo strumento, logoro e ipocrita, delle primarie possa essere in grado di contenere una crisi di così vasta portata come quella in cui versa il nostro PD, o è in malafede oppure non ha idea di cosa sia la politica. Figuriamoci poi quando, per un surplus di ipocrisia, le primarie diventano “aperte” e si consente a chicchessia di votare, favorendo tentativi di inquinamento del voto da parte degli avversari. Non ho alcuna difficoltà ad ammettere che non avevo alcuna intenzione di votare alle primarie fin quando non è spuntata la candidatura di Gianni Cuperlo. Beninteso, non lo ritengo affatto la reincarnazione di Togliatti (perché io da lì non mi muovo…), ma quantomeno gli riconosco la capacità di focalizzare i veri problemi sui quali la politica di un vero partito di sinistra si dovrebbe concentrare: affermazione dei diritti sociali per combattere le disuguaglianze, sostegno e sviluppo dell’istruzione, riaffermazione della centralità del lavoro (mi stava scappando di dire “della classe operaia”) e di una sana politica garantista; soprattutto Cuperlo, scevro dal narcisismo congenito che ha afflitto tutti i segretari post Bolognina, mi sembra uno che ha l’aria di sapere che una seria politica riformatrice si può avviare e gestire anche dall’opposizione anzi, il “governare dall’opposizione” può dare la possibilità di ricostruire il rapporto ormai logoro tra il PD e la società civile. Un partito riformatore deve considerare l’opposizione come una risorsa, un gymnasium per una classe politica nuova che aspira a tornare alla guida del Paese. Cuperlo ha l’aria di capire e di voler ammettere che il governo Meloni non si può considerare più a destra del governo Draghi. Considerare Draghi uomo di sinistra è la conseguenza di quella “nebbia ideologica” ben descritta da Michele Ciliberto, professore emerito di Storia della filosofia moderna e contemporanea alla Normale di Pisa; val la pena citarlo: “C’è un altro elemento da sottolineare per capire dove stiamo, ed è il dominio in Italia, e non solo, di una nebbia ideologica che impedisce di vedere la realtà per quel che è. C’è un mondo reale e un mondo fittizio, noi viviamo in un mondo rovesciato nel quale diseguaglianze, sofferenze, sfruttamento perdono peso, si offuscano, non si vedono”. In sostanza il compito assegnato oggi a un vero partito riformatore è quello di ristabilire il rapporto tra cose e parole, ridando significato a queste ultime.

Venerdì, a Lamezia, è accorsa a salutare Cuperlo quella parte di popolo calabrese di Sinistra che vuol ridare significato alle parole, siamo quelli che “veniamo da lontano e andiam lontano” e che hanno voglia di rimettere in cammino un vero partito riformatore e garantista. Protagonista della giornata, il “nostro amato Presidente” Mario Oliverio che ha chiamato con successo il suo popolo a raccolta, ed è stato letteralmente assediato da compagni e sostenitori giunti da ogni angolo della regione.

Franco Arcidiaco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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