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venerdì, Novembre 1, 2024
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HomeApprofondimentiCiao Sir Vincenzo, professore di vita

Ciao Sir Vincenzo, professore di vita

Sembrava tutto calmo questa sera. Una di quelle sere che devi aspettarti sempre qualche brutta notizia. Purtroppo la brutta notizia è arrivata, con la velocità di un fulmine, come di solito arrivano queste notizie. “Moriu u Staianu”. Gelo, incredulità, rassegnazione, questi sono stati i miei sentimenti nel giro di pochi minuti. Vincenzo Staiano, professore di inglese all’istituto tecnico per il turismo, e soprattutto uomo di immensa cultura, soprattutto musicale, specificatamente Jazz. Jazz che insieme al compianto e rimpianto senatore Sisinio Zito, ha costituito il più grande traguardo della sua vita. Il festival Jazz Rumori mediterranei di Roccella Jonica, dove il paese per molti, nei giorni di agosto, diventava la capitale mondiale del Jazz.

Vincenzo, per me, è stata una persona importante e molto presente. La prima volta che ci siamo visti è stato nel lontano 1982, quando ho iniziato le lezioni del primo superiore a Marina di Gioiosa, era docente di inglese nel corso B, mentre il preside era un altro monumento della cultura della Locride, Carmelo Filocamo. Ricordo che fumava molto e che, per andare in bagno, dovevamo chiederlo in inglese. Era molto severo con i voti, ma gentile e disponibile con la sua materia. Sono stati anni bellissimi pieni di bei ricordi, soprattutto nelle gite. Poi dopo gli studi universitari ci siamo ritrovati e quando ho iniziato a stampare la Riviera, molte sono state le cose che abbiamo fatto insieme. Insieme al senatore, molte riunioni, molti articoli, tanti sogni, tante speranze. Ricordo bene una delle ultime cose, il suo libro ed il sogno di riportare i jazzisti calabresi di origine nei nostri luoghi. Le serate del festival Jazz organizzate a Siderno, quante immagini stasera Vincenzo ho di te, quanto dolore questa perdita mi crea nel cuore. Vorrei ricordare tutte le cose fatte insieme, ma poi mi tornano in mente i titoli della nostra conoscenza, tu sei stato per me un insegnate, non solo di inglese, ma di leggerezza, di cultura di buone maniere e di speranza. Addio caro Vincenzo!

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