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martedì, Gennaio 14, 2025
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Caso Sala – Abedini: il Ministro Nordio revoca l’arresto. L’Iraniano Abedini torna a casa

Dopo pochi giorni dalla scarcerazione di Cecilia Sala imprigionata nel carcere di Evin in Teheran, anche l’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi viene rimesso in libertà e pronto per tornare in patria. Cruciale l’intervento del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per la revoca degli arresti: “La legge federale americana imputata ad Abedini non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano, pertanto non ci sarebbero le condizioni per estradarlo negli Stati Uniti.”

L’ingegnere Iraniano, Mohammad Abedini Najafabadi, è uscito dal carcere di Milano ero e già nella stessa serata è atterrato in Iran. Si chiude così il caso diplomatico che ha coinvolto l’asse Teheran – Roma – Washington e che ha visto la giornalista Cecilia Sala reclusa per ventuno giorni nel carcere iraniano di Evin ufficialmente per “violazione delle leggi della Repubblica islamica”. Ormai è chiaro che la reporter italiana è stata usata come pedina di scambio per ottenere il rilascio di Abedini. Nella giornata di ieri, il Ministero di Giustizia italiano ha diffuso una nota per annunciare la revoca degli arresti per Abedini, si legge nel comunicato: “In forza dell’art. 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente”.

Da ormai diversi giorni – almeno dal momento della liberazione di Cecilia Sala – si dava per scontato che l’Italia non avrebbe concesso l’estradizione negli Usa di Abedini. Ma si pensava che la decisione sarebbe arrivata il 15 gennaio, quindi dopo la sentenza della Corte d’Appello di Milano sulla richiesta dei domiciliari avanzata dalla difesa dell’iraniano e prima dell’insediamento alla Casa Bianca del presidente americano Donald Trump, così da non compromettere la posizione di Washington. 

L’accelerazione e l’urgenza del caso sono state dettate dal timore che i giudici milanesi si sarebbero espressi a favore della permanenza in carcere dell’iraniano, il che avrebbe reso più palese la volontà del Governo italiano di intervenire per motivazioni politiche, anziché giuridiche. Pertanto domenica, il Ministro Nordio ha depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti adducendo motivazioni prettamente giuridiche: un modo per salvare almeno l’apparenza secondo cui i casi Sala e Abedini non erano collegati fra loro.

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