Nel tardo pomeriggio di ieri, il giudice Valerio Trovato, al termine del processo celebrato con rito abbreviato, ha pronunciato la sentenza del processo, che prende le mosse dall’operazione della DDA di Reggio Calabria denominata “Canadian ‘ndrangheta connection”.
Operazione realizzata dalla Polizia di Stato nell’estate del 2019 a carico di presunti boss e gregari delle ‘ndrine di Siderno che, secondo l’accusa, avrebbero esteso i propri orizzonti criminali, spostando il centro degli affari e delle principali decisioni nel versante orientale del Canada.
Degli otto imputati che hanno scelto il rito abbreviato, l’unico assolto è il 31enne Santo Rumbo, difeso dall’avvocato Giuseppe Calderazzo, che il 7 novembre del 2019 era già stato rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame, il quale aveva già ritenuto insussistenti i gravi indizi di colpevolezza legittimanti l’adozione del presidio cautelare. Ora, per lui, l’assoluzione piena, con la formula “Perchè il fatto non sussiste”.
Questo, invece, l’elenco delle condanne a carico degli altri 7 imputati:
ARCHINA’ Michelangelo: 4 anni di reclusione e 8.000,00 euro di multa più 5 anni d’interdizione dai pubblici uffici.
CERISANO Domenico: 10 anni di reclusione più interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale; 3 anni di libertà vigilata una volta espiata la pena.
Filippone Bruno: 10 anni di reclusione più interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale; 3 anni di libertà vigilata una volta espiata la pena.
FILIPPONE Francesco: 10 anni di reclusione più interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale; 3 anni di libertà vigilata una volta espiata la pena.
FUTIA Cosimo: 4 anni e 4 mesi di reclusione, 10.000,00 euro di multa e 5 anni d’interdizione dai pubblici uffici.
MUIA’ Vincenzo: detto “Fontaniere”, nato il 4 ottobre 1969, 8 anni di reclusione più interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale; 3 anni di libertà vigilata una volta espiata la pena.
MUIA’ Vincenzo: nato il 6 novembre 1969, 16 anni e 8 mesi di reclusione e 30.000,00 euro di multa più interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale; 3 anni di libertà vigilata una volta espiata la pena.
I condannati dovranno altresì risarcire, in solido, le parti civili: 100.000 euro alla Regione Calabria; 50.000 euro alla Città Metropolitana di Reggio Calabria. Tra queste non risulta, nel dispositivo
della sentenza, la Città di Siderno.