L’altro giorno, il presidente della Regione Calabria chiama cretino uno dei candidati alla presidenza della Lombardia, Maiorino per aver evidenziato in maniera certamente infelice alcune differenze (tutte da dimostrare) tra le due regioni. “Cretino” non credo sia una parola ben scelta e meno ancora appropriata al ruolo istituzionale, ma per comodità, diciamo che Occhiuto ha fatto bene. Ma…. il popolo calabrese è veramente sotto attacco e non per una frase infelice. Lo è stato in questi anni, in cui s’è fatto coincidere la parola “Calabria” con “’ndrangheta”.
L’altro giorno è stato messo in rete un video in cui il presidente della Regione Calabria chiama cretino uno dei candidati alla presidenza della Lombardia, Maiorino per aver evidenziato in maniera certamente infelice alcune differenze (tutte da dimostrare) tra le due regioni.
“Cretino” non credo sia una parola ben scelta e meno ancora appropriata al ruolo istituzionale, ma per comodità, diciamo che Occhiuto ha fatto bene.
Ma…. il popolo calabrese è veramente sotto attacco e non per una frase infelice.
Lo è stato in questi anni, in cui s’è fatto coincidere la parola “Calabria” con “’ndrangheta”. Basta andare sull’archivio storico di un qualsiasi quotidiano o settimanale e cliccare “Calabria” e vedrete che nel 90% dei casi è associata alla parola “’ndrangheta”.
Eppure, da oltre 40 anni c’è una scuola di pensiero (certamente minoritaria, spesso incompresa, a volte criminalizzata) che ha cercato di spiegare che si tratta di una lucida strategia per farci ingurgitare le medicine più amare. Per consentire una selezione del personale politico secondo i criteri di incompetenza, codardia e subalternità. E per introdurre in Italia due diversi sistemi di governo, due modi di amministrare la giustizia, insomma per fare di un’unica Nazione due Stati.
E i meridionali, sacrificati da un tale disegno, non sono stati difesi. Sono stati proni quando è stato modificato il titolo V e, da quello che vedo in giro, non reagiranno se non facendo la faccia feroce, neanche in occasione dell’introduzione dell’autonomia differenziata. La “classe dirigente” in parte non può e in parte non vuole chiamare il popolo alla lotta, anche perché ciò rappresenta un pericolo, potrebbe svegliarsi e fare a pezzi l’impalcatura antidemocratica che lo soggioga. A Roma quasi tutti i “nostri” parlamentari, leoni in Calabria, sono stati “pecore” quando c’è stato da approvare le modifiche al Titolo V e lo sono ancora e di più oggi che il Consiglio dei ministri ha approvato una bozza di autonomia differenziata che fa strame della Costituzione…e del Sud. Per arrivare a questo punto è stata usata per anni l’artiglieria pesante, i bombardamenti a tappeto per far perdere la stima che i calabresi si erano guadagnati nelle miniere, nelle fonderie, nella fabbriche di mezzo mondo e per farci perdere l’autostima e la dignità. Il napalm non è stato usato contro la criminalità ma per far a pezzi i diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino dopo aver distrutto nei fatti persino” l’habeas corpus” introdotto in Inghilterra nel 1679.
Faccio un esempio di questi giorni :
Non ho mai conosciuto l’avvocato Pittelli, ma so che è stato parlamentare di F. I. e probabilmente massone. Tutto ciò premesso, mi fa orrore che nel 2019 nei giorni precedenti il Natale un uomo-chiunque esso sia, possa essere prelevato di notte da qualche decina di uomini in divisa, messo su un aereo militare e rinchiuso in una cella buia del carcere di Badu o’ Carros di Nuoro. Costretto a due anni di carcere, ed uno ai domiciliari. Succedeva durante il fascismo. E succede ancora nella Corea del Nord, in Iran o in Bielorussia. Ma se succede nell’Italia di oggi, dovremmo pensare che l’arrestato avrà tentato quantomeno una strage? Oppure, sarà il punto di riferimento dell’anonima omicidi? Il capo d’un tentato golpe?
Niente di tutto questo.
Anzi pochi giorni fa, il tribunale della Libertà ha emesso una sentenza, secondo cui non c’erano motivi per arrestare Pittelli. Capite bene: il detenuto di Badu o’ Carros, secondo le leggi italiane, non andava arrestato.
Nel caso in questione si tratta di un noto avvocato, di un ex parlamentare, di una persona che può e sa difendersi. Ma se fosse stato un disoccupato?
Ciò detto non tocca a me stabilire se Pittelli è innocente o colpevole. Lo diranno i giudici nei vari gradi di giudizio.
Ma se un solo uomo, ribadisco uno solo, può subire tutto ciò che Pittelli ha subito (e migliaia come Lui) significa che la società non è libera, anzi è impaurita e sottomessa.
Parlo dei calabresi e riferisco fatti.
Sono passati quattro secoli da quando il nostro immenso Tommaso Campanella denunciava che il popolo o meglio “la plebe” fa opera “mirabile”: costruisce forche, edifica prigioni e strumenti di tortura, arma milizie per poter consentire a pochi uomini potenti di renderli schiavi. Il filosofo ha pagato un prezzo enorme per le sue idee.
Eppure qualche secolo dopo, molti uomini liberi hanno dovuto prendere le armi per consentire a noi di avere una Costituzione democratica e, ancor prima, il rispetto per noi stessi.
Ci sono riusciti, ma… era troppo!
Quella Costituzione doveva essere demolita pezzo dopo pezzo. Hanno aspettato la morte dei Costituenti e hanno incominciato a scavare come i topi nel formaggio e stanno per arrivare alla crosta. Ma è necessario l’ ammuino, così che la gente non veda e non senta. Bisogna suonare tutti gli strumenti utili: Messina Denaro, il caso drammatico di Cospito, le mille polemiche su Sanremo.
Tutti a far rumore, perché i meridionali e i calabresi non si accorgano che l’autonomia differenziata sarà l’ultima grande truffa a loro danno.
Qualche anno fa, il ministro Calderoli ha rivendicato di aver fatto una legge elettorale porcata, il famoso porcellum, destinata a svuotare del tutto la democrazia rappresentativa.
Ora si prepara a far passare un “percellum” ad alta intensità. Magari mandare un video per spiegare la seconda “porcata” di Calderoli sarebbe stata molto opportuno, ma avrebbe richiesto più impegno e, forse, più coraggio.