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venerdì, Settembre 13, 2024
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Calabria: Quando il Consorzio di Bonifica diventa una caccia al tesoro (senza tesoro)

Un caro Collega ci invia questa lettere per lamentare una singolare esperienza vissuta in Calabria, a Siderno, con il consorzio di bonifica per una bolletta scaduta.

Caro Direttore,

Le scrivo per raccontare una storia che potrebbe tranquillamente essere il prossimo giallo dell’estate, se solo non fosse tanto tragicamente reale. Nei giorni scorsi, mia moglie ha ricevuto una richiesta di pagamento dal Consorzio di Bonifica della Calabria per l’irrigazione 2024 relativa a un piccolo appezzamento di terreno a Siderno. Fin qui tutto normale, se non fosse per il piccolo dettaglio che manca… un conto corrente su cui effettuare il pagamento. Ah, sì, un dettaglio insignificante, non trova?

Non preoccupatevi, mi dico: “Viviamo nell’era digitale!” PagoPA e altre modalità di pagamento dovrebbero essere la soluzione. Peccato che, tentando di utilizzare il codice interbancario CBILL online, il sistema mi risponde con un ironico “servizio non abilitato”. E così, mi sono lanciato in una maratona tra tabaccai e banche (sì, anche in un tabacchino!), ma il risultato è sempre stato lo stesso: nulla di fatto.

Le telefonate al Consorzio? Un’esperienza unica: qualsiasi numero si chiami, dopo pochi secondi la linea cade, come se dall’altra parte ci fosse il vuoto cosmico. Ho persino provato con una PEC al Commissario – una mossa degna di un vero stratega, pensavo – ma il silenzio che ne è seguito è stato degno della miglior riflessione zen.

Allora, caro Direttore, mi chiedo: come posso pagare? Forse che tutto il personale, dal Commissario fino all’ultimo impiegato, è impegnato nella bonifica delle spiagge calabresi sotto l’ombrellone? Mai visto un addetto del Consorzio con picco e pala nei dintorni. Anzi, la diga sul torrente Lordo è desolatamente vuota da anni, per un problema che, a quanto pare, è più facile ignorare che risolvere.

Nel frattempo, siamo qui, bloccati nel 2023, aspettando tributi che ancora non sono stati disposti, mentre ci viene chiesto di pagare per il 2024. L’ironia è amara, come il caffè preso al tabacchino dopo l’ennesimo tentativo fallito.

Distinti saluti,

 

 

 Piero Minuzzo
giornalista
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