Calabria vuole sospendere la direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari
Il presidente della Calabria sostiene che nella regione non c’è scarsità di spiagge libere e approva nuovi stabilimenti.
La questione delle concessioni balneari è un problema annoso in Italia. Le leggi che regolano l’appalto degli arenili sono comunitarie, e l’Unione Europea ha spesso ammonito l’Italia per aver aggirato la direttiva Bolkestein (2006/123/CE), che mira a promuovere l’uguaglianza nell’accesso ai mercati UE.
La direttiva prevede che concessioni e servizi pubblici siano affidati a privati tramite gare pubbliche aperte a tutti gli operatori europei. Tuttavia, il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, afferma che solo il 13% delle spiagge calabresi è in concessione, lasciando l’87% libero e pronto per nuove concessioni turistiche.
La direttiva Bolkestein, entrata in vigore in Italia nel 2010, è stata spesso ostacolata da chi detiene le concessioni per non perdere i propri vantaggi economici. I governi italiani, per motivi elettorali, hanno fatto poco per far rispettare la normativa, assecondando le infrazioni e mantenendo lo status quo.