di Felice Foresta
Anche oggi impasteremo sudore e terra.
Assaggeremo il sapore del vento, giocando a mosca cieca con le nuvole.
Anche oggi le nostre vene s’ingrosseranno, come la fiumara con le piogge di novembre.
Anche oggi tremeremo come pampine, spezzando un pezzo di pane, e sposandolo a un coccio d’olivo.
Anche oggi ci apparterremo a vicenda, sulle coste della sera.
Per ringraziare il Cielo, anche se il grano non è ancora maturo e il raccolto è stato scarso.
E, poi, gli chiederemo, Signore, donaci la forza.
E ai nostri figli un domani.
Siamo mani contadine.
Il lavoro è la nostra preghiera.
Buon Primo Maggio.