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venerdì, Novembre 22, 2024
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HomeApprofondimentiBuon Giovedì Santo!

Buon Giovedì Santo!

Pubblichiamo una poesia sul Giovedì Santo, ricca di spunti di riflessione.

Di Felice Foresta

Oggi è Giovedì Santo.

Abbiamo preso le vacanze da scuola.

Usciremo stasera.

Vedremo i nostri luoghi vivere di gente, nel brusio dolce di primavera.

Parleremo, tra sorrisi e lacrime.

Visiteremo i Sepolcri, tra germi di grano e preghiere candite.

Ma cosa ci rimarrà già domani?

In cosa cambieremo nel perpetuare un rito senza trasporto?

Oggi, c’è quella strana storia della lavanda dei piedi.

Ci danno il cammino.

Eppure, i piedi, li concepiamo come il simbolo del nostro orgoglio svilito, della nostra supponenza inchinata.

La lavanda dei piedi, invece, è il più alto gesto di ospitalità e il più sacro atto di prostrazione.

Di chi si abbassa, e, invece, è già più su e ci tende la mano per la salvezza.

Oggi, è Giovedì Santo di un tempo diverso.

Oggi, è Giovedì Santo di un pensiero diverso.

Di Sepolcri fra germi di grano e preghiere candite per chi, anche oggi, sarà inchinato alla fame e  per chi sarà inchinato per salvare una vita.

O per consegnarsi al Signore.

Oggi è Giovedì Santo.

Ma lo è davvero?

Se continuiamo a pensare solo al recinto del nostro io, cosa mangeremo a Pasqua, cosa faremo nel prossimo week end, dove andremo quest’estate e con chi consumeremo i nostri tradimenti e per cosa baratteremo le nostre idee.

Siamo uomini, convinciamocene. Nessuno è irreversibilmente responsabile, e neppure innocente.

Oggi è Giovedì Santo, nella sua più sferzante autenticità.

Pensiamo a chi soffre di vita, perché la vede sfuggire,  e a chi soffre di fame, perché ne sente i primi rintocchi.

Ma stiamo in silenzio.

Oggi è Giovedì Santo, forse di un tempo nuovo, e più vero.

Di chi ama e si piega.

Anche se non crede.

Perché non sempre conta dire che crediamo.

È più importante cercare di essere credibili.

Anche solo un pochino, un chicco di grano. Plebeo, e non Senatore.

L’unico titolo che conta è l‘essere Santo.

Come oggi.

Come chi lava i piedi di chi pecca.

E spera, lo stesso. Oggi è Giovedì Santo.

Abbiamo preso le vacanze da scuola.

Usciremo stasera.

Vedremo i nostri luoghi vivere di gente, nel brusio dolce di primavera.

Parleremo, tra sorrisi e lacrime.

Visiteremo i Sepolcri, tra germi di grano e preghiere candite.

Ma cosa ci rimarrà già domani?

In cosa cambieremo nel perpetuare un rito senza trasporto?

Oggi, c’è quella strana storia della lavanda dei piedi.

Ci danno il cammino.

Eppure, i piedi, li concepiamo come il simbolo del nostro orgoglio svilito, della nostra supponenza inchinata.

La lavanda dei piedi, invece, è il più alto gesto di ospitalità e il più sacro atto di prostrazione.

Di chi si abbassa, e, invece, è già più su e ci tende la mano per la salvezza.

Oggi, è Giovedì Santo di un tempo diverso.

Oggi, è Giovedì Santo di un pensiero diverso.

Di Sepolcri fra germi di grano e preghiere candite per chi, anche oggi, sarà inchinato alla fame e  per chi sarà inchinato per salvare una vita.

O per consegnarsi al Signore.

Oggi è Giovedì Santo.

Ma lo è davvero?

Se continuiamo a pensare solo al recinto del nostro io, cosa mangeremo a Pasqua, cosa faremo nel prossimo week end, dove andremo quest’estate e con chi consumeremo i nostri tradimenti e per cosa baratteremo le nostre idee.

Siamo uomini, convinciamocene. Nessuno è irreversibilmente responsabile, e neppure innocente.

Oggi è Giovedì Santo, nella sua più sferzante autenticità.

Pensiamo a chi soffre di vita, perché la vede sfuggire,  e a chi soffre di fame, perché ne sente i primi rintocchi.

Ma stiamo in silenzio.

Oggi è Giovedì Santo, forse di un tempo nuovo, e più vero.

Di chi ama e si piega.

Anche se non crede.

Perché non sempre conta dire che crediamo.

È più importante cercare di essere credibili.

Anche solo un pochino, un chicco di grano. Plebeo, e non Senatore.

L’unico titolo che conta è l‘essere Santo.

Come oggi.

Come chi lava i piedi di chi pecca.

E spera, lo stesso.

Buon Giovedì Santo!

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