I sindaci hanno il dovere di dirci se intendono mettere al centro dell’agenda politica la sola messa in sicurezza e l’apertura al transito della strada provinciale 2 Bovalino-Bagnara oppure, come qualcuno suggeriva per sbloccare il progetto, riaffidare la competenza all’ANAS per il definitivo riammodernamento.
Giuseppe Serranò
Parafrasando Corrado Alvaro (Ultimo Diario) … “E’ sempre più radicato nella Gente di questa Terra il convincimento che qualsiasi sforzo rivolto alla Bovalino-Bagnara abbia il destino già segnato”. Non vogliono, invece, rassegnarsi i 30 Sindaci che hanno costituito un Comitato per spingere e sostenere la realizzazione di questa importante arteria progettata negli anni ‘70 e che ancora non ha visto la luce.
L’edizione mattiniera dello scorso 6 marzo di Buongiorno Regione della RAI con un collegamento in diretta da Platì, dove in contrada Arsanello è visitabile “Il monumento all’abbandono pagato con soldi pubblici”, ha ripercorso le tappe della “Grande incompiuta” contribuendo a riportare al centro del dibattito le questioni legate alla realizzazione dell’opera. Ospiti tanti Sindaci del neonato Comitato (Antonimina, Benestare, Bianco, Bovalino, Caraffa del Bianco, Careri, Ciminà, Ferruzzano, Gerace, Melicuccà, Oppido, Platì, Samo, Sant’Eufemia, Sant’Ilario, San Procopio), il Vescovo della Diocesi Locri-Gerace, qualche Associazione e qualche imprenditore.
Eravamo nei primi anni ’70, quando a Bovalino si teneva il primo convegno per presentare il progetto dell’ingegnere Antonino Brath che avrebbe avuto grande ricaduta sull’economia e sul turismo e portato benessere nella Locride: la Bovalino-Bagnara, una strada di 39 chilometri con diversi svincoli e, oltre ai viadotti e alle gallerie, un traforo a doppia canna che avrebbe “tagliato” lo Zillastro e sarebbe stato il decimo in assoluto più lungo d’Italia.
L’idea, tra infiniti stop and go, sembrava tramontata, poi l’avvio di alcuni lavori facevano rinascere la speranza che anche qui le cose si potevano fare.
Beh … ancora una volta ci sbagliavamo. Abbiamo da tempo festeggiato i “suoi primi 50 anni” trascorsi tra comitati, proclami, promesse e passarelle elettorali senza che nulla sia accaduto. Adesso tre Sindaci di buona volontà ci riprovano: togliere dall’isolamento, arginare lo spopolamento, riscatto sociale, sviluppo economico le parole d’ordine che animano il dibattito in questo “nuovo corso”
Noi abbiamo il dovere di crederci senza, però, sottacere che anche per questa occasione mancava un bel po’ di gente: non c’erano i Politici, per intenderci quelli eletti che ci rappresentano; mancavano le Parti Sociali; i Partiti non si sono fatti sentire; neppure la gente comune ha manifestato grande interesse, questi certamente per “Legittimo scoramento”.
Bravi i Sindaci che hanno supplito con grande maturità e senso di responsabilità. Però, di fronte a temi di così grande interesse diventa sempre più difficile giustificare la deresponsabilizzazione degli attori principali.
Sono loro a doverci dire se intendono mettere al centro dell’agenda politica la sola messa in sicurezza e l’apertura al transito della strada provinciale 2 Bovalino-Bagnara oppure, come qualcuno suggeriva per sbloccare il progetto, riaffidare la competenza all’ANAS per il definitivo riammodernamento.
I Sindaci che fanno parte del Comitato non abbiano timore di proclamare la loro appartenenza che non può rappresentare un limite, ma deve essere un valore aggiunto e pretendere che gli esponenti dei Partiti che non disdegnano farsi accompagnare nei loro giri elettorali dagli eletti nelle civiche ritornino sul territorio accanto alla gente per ogni giusta rivendicazione e mai più per gridare allo scandalo e asciugare le lacrime di povere vittime innocenti.