Ci ha fatto molto piacere scoprire il lato di scrittore dell’amico Palmiro Spanò. Per cui oltre la passione politica e quella per alcuni nomi, anche la passione per la scrittura ci accomuna in ricordo di chi non c’è più.
Il protagonista di questo romanzo è ormai nonno, quando decide di raccontare il suo passato. Emigrato da ragazzo in una cittadina del Nord, impegnato politicamente nei movimenti degli anni Settanta del Novecento, ritorna al Sud e nei dialoghi con gli amati fratelli e gli amici del collettivo di un tempo ripercorre all’indietro la sua vita. Nel discorrere con loro cerca di fare un bilancio del suo percorso, tra momenti di spaesamento, quando l’arresto e la fuga all’estero rischiano di far deflagrare la normalità faticosamente costruita con l’amata moglie e momenti di ordinario adattamento all’ambiente limitato del paese in cui è nato. Quella famiglia “borghese”, che era da distruggere nell’immaginario collettivo della sua gioventù, diventa il luogo della sua seconda vita e la memoria del borgo, dei suoi luoghi bellissimi e struggenti, gli apre una nuova stagione.
Palmiro Spanò (1950), curatore di mostre d’arte ed eventi letterari, commentatore politico, pittore, ricercatore di storia locale e amante dei gatti. Ha scritto: “Vita e Opere del Pittore Giuseppe Armocida”; “L’Arte di Max”; “La Casa Azurosa”. Ha fondato lo Spazio d’Arte Contemporanea M.ARTE di cui è Presidente. Vive in Calabria.