Presentazione del libro della psicologa di Palmi incentrato sulla “Paura liquida da Covid-19”, che non ha visto una massiccia partecipazione nella cittadina dello Stilaro, ma che ha sostanzialmente messo tutti d’accordo sul fatto che si può essere fiduciosi rispetto al futuro “Perché possiamo venirne fuori bene, ha concluso il sacerdote don Enzo Chiodo, in uno spirito di partecipazione e di condivisione diffuso”.
Un libro pregno di speranza. È quello che, in buona sostanza, è emerso dalla presentazione dello scritto “Ed io tra di voi” della psicologa Raffaela Condello, in quel di Bivongi, nella prima serata di lunedì scorso, 23 Agosto, e nel più ampio contesto della rassegna “Libri in piazza”, promossa dall’Amministrazione comunale di Bivongi, guidata dal sindaco Vincenzo Valenti e, nella fattispecie, sostenuto dalla passione e dalla competenza dell’assessore al ramo Giorgio Metastasio.
Una speranza, si diceva, validamente ispirata da poco più di cento pagine firmate dalla professionista pianigiana, di Palmi, sviluppate in un dialogo molto interessante che è stato intessuto alla presenza del sopraccitato primo cittadino, Valenti; del parroco del luogo, don Enzo Chiodo e del giornalista Antonio Baldari che ha dialogato con il tavolo di presidenza, ed in maniera preponderante proprio con la Condello, ancorché, è doveroso sottolinearlo, la partecipazione del pubblico si è rivelata piuttosto scarsa, nella sia pur accogliente piazza Vittorio Emanuele e con il distanziamento posto in essere dalla normativa anti Covid che è stata ampiamente osservata: sarà che, ancora oggi, permane una certa “Paura liquida”, come la stessa Condello ha più volte sottolineato nei propri interventi, sta di fatto che le circa venti persone presenti alla kermesse letteraria hanno costituito una vera e propria stonatura rispetto anche e soprattutto alla peggiore delle tradizioni culturali bivongesi. Ma tant’è!
Il livello che è stato toccato in un’agilissima ora di conversazione ben ritmata, dalle ventidue alle ventitré è stato senz’altro molto elevato partendo dai saluti introduttivi del sindaco di Bivongi che ha inteso sottolineare come “Il libro della dottoressa Condello è un segno molto bello di speranza, in questo periodo così particolare, così Vincenzo Valenti, noi, come Amministrazione comunale abbiamo voluto dare ampio spazio, nonostante tutto, alla cultura che uno dei punti fermi della nostra azione amministrativa e sociale, anche perché desideriamo continuare a spronare i nostri concittadini a non abbassare la guardia, bisogna rispettare le regole e le prescrizioni che gli enti superiori ci impartiscono anche perché non ne siamo ancora del tutto fuori”.
Dopodiché vi è stato l’ampio nonché intenso dialogo tra la Condello e Baldari per il quale la psicologa e scrittrice di Palmi ha voluto rimarcare come “Il mio è stato un lavoro basato sulle richieste di aiuto provenienti da tantissime persone, uomini, donne e bambini di tutte le categorie sociali e di tutte le età, così la Condello, anche se devo riconoscere che i bambini sono stati quelli che presentavano maggiori difficoltà perché devi dosare bene le parole ed i comportamenti per spiegare loro cos’è il Covid-19, concordo sul fatto che ancora non ne siamo usciti da questa situazione ma possiamo farcela, animati dalla fede, dalla fiducia in Dio e poi nei nostri comportamenti quotidiani improntati ad una sana osservanza delle disposizioni approvate. Cerchiamo, tutti insieme, nella condivisione di questo momento perché ne usciamo, nel bene e nel male, tutti insieme”.
Conclusioni affidate a don Enzo Chiodo, parroco di Bivongi, che ha voluto porre l’accento, intanto, sul fatto che “Non sono importanti i numeri di questa sera, anche quando abbiamo iniziato a parlare di Alzheimer (con la dottoressa Amalia Bruni, oggi candidata alla presidenza della Regione Calabria, ndr) eravamo in pochi ma poi, incontro dopo incontro, siamo stati in tanti a seguire quel percorso, ha affermato don Enzo, direi che lo spirito della condivisione è quello che ci fa camminare sulla strada giusta per sconfiggere questo terribile male che ha mietuto finora milioni di morti”; il tutto corroborato dalla testimonianza di un medico operante ed operativo in quel di Roma, tale dottor Andrea, insieme alla propria moglie, in un reparto Covid “Dove ho vissuto tutto ciò che si è visto in televisione, andiamoci piano col dire che quelle cose non sono vere, io le ho vissute in prima persona e vi posso assicurare che è molto triste veder morire un genitore, un amico, e anche un singolo conoscente senza potere intervenire in maniera efficace, ha sentenziato il dottor Andrea, perché non avevamo i vaccini a disposizione, a differenza di oggi, che avrebbero potuto salvare molte persone”.