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“Basso profilo”, chiuse le indagini: ci sono anche Cesa e Talarico

La DDA di Catanzaro, retta da Nicola Gratteri, ha chiuso le indagini nei confronti degli 83 soggetti indagati nell’ambito dell’inchiesta “Basso profilo”, che aveva svelato i contatti tra cosche crotonesi, amministratori pubblici, imprenditoria e politica. In particolare, il provvedimento della Procura di Catanzaro aveva destato particolare scalpore per i nomi coinvolti: Lorenzo Cesa, Segretario nazionale dell’UDC e il suo segretario regionale e assessore calabrese al Bilancio, Francesco Talarico, i cui arresti domiciliari vennero revocati e che è stato riammesso in Giunta. Entrambi sono stati accusati di associazione per delinquere, aggravata dal metodo mafioso e Talarico è anche stato accusato di voto di scambio politico-mafioso, in quanto si sarebbe messo in contatto con un parente dei De Stefano – Tegano di Archi, in occasione delle elezioni politiche del 2018, per garantirsi un pacchetto di voti.

L’accusa associativa, invece, riguarda anche altri indagati di peso, come l’ex presidente di Confindustria Giovani di Crotone Glenda Giglio e Rocco Guglielmo, notaio di Catanzaro. Nel filone politico affaristico sono coinvolti Tommaso e Saverio Brutto (padre e figlio; il primo ex consigliere comunale di Catanzaro), Ercole e Luciano D’Alessandro (anche loro padre e figlio; il primo ex militare della Guardia di finanza), Antonio Gallo (ritenuto imprenditore di riferimento dei clan del Crotonese), l’imprenditore Antonio Pirrello, l’avvocato Claudio Larussa. Per loro si sarebbe fatto Talarico come intermediario con Cesa, cercando di garantire entrature negli ambienti politico-istituzionali nazionali, al fine di influenzare gli affidamenti di appalti pubblici che interessavano al gruppo.

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