Ilario Ammendolia ci parla di autonomia differenziata e di cosa questo voglia dire per il Sud.
Oggi c’è qualcosa di sconfortante nel cielo del Sud, qualcosa di nuovo ma anche di antico: la secolare rassegnazione che intorpidisce il cervello e una rabbia che ci fa vibrare ogni nervo. Così mentre il Parlamento discute e vota l’autonomia differenziata la gente del Sud è assente. Può sembrare strano che nel momento in cui il boia mette il cappio al collo, il condannato non abbia reazione alcuna, anzi sembra non veda l’ora che lo spettacolo finisca e senza “piangenti” intorno.
Al Sud sarebbe tempo di lucida rivolta ma non ci sono le condizioni e così un intero popolo resta immobile, rassegnato e torpido come “un idiota che si crogiola al sole.”
Ma nessuno si faccia illusioni:, l’ingorda calderolata, più nota come secessione dei ricchi, oltre alla definitiva rovina del Sud creerà danni seri e irreversibili al Nord. Il rischio è che la “rivolta” non potendo sfociare in un movimento collettivo organizzato e consapevole possa risolversi in rivolta individuale con migliaia di persone non più disponibili ad accettare un gioco con le carte truccate.
Uno Stato che nega e rinnega la propria Costituzione, ignora la propria storia, sterilizza il sentimento di “unità nazionale”, rende retorica ogni possibilità di appellarsi alla Patria comune non può pretendere che vengano osservate le sue leggi.
Sarà guerriglia dei fuorilegge, rivolta dei servi.
Li chiameranno (e probabilmente saranno) mafiosi, ndranghetisti e chi più ne ha più ne metta ma il rischio é che il Centro Nord abbia ai confini meridionali un Sud che si andrà trasformando in qualcosa di simile all’Ecuador o alla Columbia di oggi. E contemporaneamente rozzi “guerriglieri” del “male”, senza altro ideale che il proprio interesse immediato, disseminati ovunque per l’Italia.
Per contrastarli si aumenteranno le truppe, si costruiranno nuove carceri, si inserirà un Trojan per ogni cellulare ma non saranno mai sufficienti. Certamente, obbedendo ad una logica già in atto, si trasformerà lo Stato democratico in stato di polizia. Ma neanche questo può bastare.
La storia del Sud di questo ultimo mezzo secolo dimostra con una infinità di prove che i “giovani d’onore” non diventano tali alla fonte battesimale di San Luca ma dinanzi allo Stato che rinuncia ad esser tale e consente che si muoia per mancanza di sanità e si fugga dal Sud per mancanza speranza. Guardo con terrore il momento in cui ogni Regione avrà la sua scuola e gestirà la propria sanità.
Il presidente del consiglio, on. Meloni, nella conferenza stampa di fine anno ha dimenticato del tutto la questione meridionale per poi calare sul tavolo un carico retorico da undici: l’autonomia differenziata si farà “perché uno Stato forte richiede autonomie forti”.
Come?
Magari dicendo al Sud già morto “alzati e cammina”… ma, ancora oggi, Cristo è fermo ad Eboli.