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sabato, Novembre 23, 2024
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Atti persecutori contro il vicino di casa, a Condofuri divieto di dimora

A Condofuri, in provincia di Reggo Calabria, per un uomo di 79 anni è scattato il divieto di dimora accanto il vicino di casa poichè recidivo il comportamento con atti persecutori nei confronti di quest’ultimo. Denunciato dai Carabinieri della Compagnia di Melito di Porto Salvo.

I Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo hanno dato esecuzione all’ordinanza di aggravamento della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria con quella del divieto di dimora nel comune di Condofuri, in aggiunta a quella del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa emessa dal Giudice del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo reggino nei riguardi di un 79enne condofurese, indagato per il reato di atti persecutori.

L’intera vicenda ha inizio nel 2021 quando un 36enne reggino, residente a Condofuri, decide di rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di Condofuri San Carlo poiché vittima, unitamente alla propria famiglia, di veri e propri atti vessatori e persecutori da parte dell’anziano, già destinatario nel novembre 2022 della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa su provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria, che di fatto non permettevano agli stessi di condurre una vita serena e senza condizionamenti. Il 36enne infatti evidenziava come si trattasse di una vera e propria “ossessione” nutrita dall’indagato nei confronti dell’intera famiglia, rivolgendo il proprio pensiero a quest’ultima già dalle prime ore della mattina. Nello specifico il 79enne, per questioni privatistiche legate all’utilizzo di un tubo della condotta idrica, che sorge su un terreno di proprietà di una parente dell’anziano e che sfocia in quello della persona offesa nonché di fatto utile per la relativa irrogazione, in diverse occasioni e in diversi momenti della giornata, staccava il tubo dell’acqua, senza che questo creasse alcun intralcio o disturbo allo stesso, interrompendo la relativa fornitura o si appropriava talvolta di una parte di questo dopo essere passato davanti la proprietà della persona offesa tenendo in mano un martello. Nonostante tutto l’anziano, indifferente, ha continuato nella sua opera vessatoria e persecutoria nei confronti del 36enne e della sua famiglia violando diverse volte le prescrizioni cautelari a cui lo stesso era sottoposto tanto da risultare destinatario nel maggio 2024 della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria in aggiunta alla precedente misura. Ma tutto questo tuttavia non lo ha portato a desistere. Infatti, nonostante le misure cautelari in atto, da maggio a settembre 2024 in ben 4 circostanze l’anziano si rendeva protagonista delle medesime condotte che venivano però puntualmente riprese da una fototrappola appositamente installata in una sterpaglia qualche tempo prima dalla persona offesa, le cui immagini sono state prontamente acquisite dai militari dell’Arma condofurese.

In seguito agli eventi denunciati i Carabinieri della Stazione di Condofuri San Carlo, dopo aver ascoltato attentamente la persona offesa raccogliendo ogni elemento utile a circostanziare nel dettaglio i fatti esposti, hanno inviato la comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria che, sulla scorta di un grave compendio indiziario a carico dell’uomo, ha richiesto al Giudice del Tribunale di Reggio Calabria l’emissione di adeguata misura cautelare, tenuto conto che quelle in atto non avevano svolto un’efficace funzione dissuasiva. L’uomo, oltre al divieto di dimora nel comune di Condofuri e di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, dovrà mantenere da quest’ultima una distanza non inferiore a 200 metri, astenendosi dal comunicare con questa con qualsiasi mezzo.  Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e per l’indagato vale il principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva.

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