Di Matteo Lo Presti
Maria Teresa Chirico e Anty Pansera, con collaborazione armonica e fatica improba, hanno compilato un volume prezioso “Athena. Le presenze femminili alle Biennali/ Triennali di Monza/Milano 1923-1940”,Ed .Nomos.
Un libro originale nel quale viene spiegato con metodo che la femminilità non consiste solo in un fatto fisiologico, di appartenere al sesso che la galanteria maschile definisce “gentile”.
La femminilità si deve quindi cercare salendo dalla sfera biologica a quella psichica, spirituale . Le due dotte autrici partono da un impegno comune . Omaggiare la dea Athena ,interprete della sapienza e della conoscenza . Il suo identificativo nel regno animale è la “nottola= civetta ,con la sua capacità di vedere nella notte,ciò che altri non vedono e soprattutto partorita dalla testa di Giove ,già adulta e armata. Nulla di “gentile” fino a qui. Emblema però di tutte le donne che sanno lottare ,hanno capacità di equilibrio, che amano il fare ed il sapere.
La sfida è raccolta nell’ambio di un ventennio,nel quale le donne si cimentano in un’ avventura di impegno sociale e di creatività fantasiosa in molti campi artistici. Dai manufatti creati come orpelli della moda,dai merletti ai fazzoletti,alle tecniche di operatività nelle prime fabbriche di un capitalismo che si andava perfezionando.
Maria Teresa Chirico offre il volto a questo impegno raccogliendo dati sulle Biennali e triennali di Monza e Milano,con l’aiuto di ben 400 donne che lei chiama “signore” ,certo oggi,ma allora chissà se il titolo era adeguato all’appartenenza di classe. Sono elencati 463 nomi, tra istituzioni e persone “ i mariti – spiega la Chirico – hanno dato ricco contributo all’analisi della figura della consorte”.
Non è stata certo trascurata la labirintica interpretazione dell’avanzamento della modernità tra ricami, tessuti, ceramiche e altro, usati anche come celebrazione dell’Esposizione Universale del 1942 ,quando il duce volle celebrare i venti anni della marcia su Roma. Non mancano le citazioni della Scuola Umanitaria e la diffusione del metodo Montessori ,magnifica,ma limitata esperienza nelle italiche scuole.
Architetti ed artigiani ,modiste e sartine,ricamatrici ,gareggiano con candida ricchezza e fantasia con finezze di lavorazioni ammirevoli. Libro da leggere per evitare le sciocche dichiarazioni del ministro Valditara che considera inutile studiare i dinosauri.
Una lunga enciclopedia di nomi completa la rassegna attraverso i lustri pluridecennali della mostre lombarde ,nella quale compaiono nomi prestigiosi .Sibilla Aleramo ,amata dal ruvido Giosuè Carducci con il quale condivideva l’impegno sociale,sua è l’effige istoriata nella moneta da venti centesimi dallo scultore Leonardo Bistolfi. Assai tragica la storia d’amore con il poeta Dino Campana, grande creatività ,ma afflitto da problemi psichiatrici. Antonietta Cesa ribattezzata da D’annunzio Corella,mentre lui si rinominava ,in modo un po’ volgare,
Corio Vacchino . Corella era artigiana abile nel lavorare il cuoio che cesellava con patine di brillantezza metallica. Ebbero una notte d’amore il 5 maggio di un anno indefinito,la giovane (siamo intorno a 1923),abbandona il talamo del Vate perverso erotomane,lasciandogli in ricordo una maschera tragica. E ancora Matilde Festa che sposa il grande architetto Marcello Piacentini (Palazzo Farnesina a Rom,Grattacielo a Genova )che aiuta decorando le strutture delle sue realizzazioni. Libro da portare sotto l’ombrellone per curiosare tra il fascino e la genialità di “donne “ di cui la storia dell’arte non sempre si è occupata con l’attenzione che meritavano. Soprattutto per il rigore con il quale amavano le loro creazioni . Bei tempi lontani nei quali sotto la dittatura la genialità femminile illuminava di speranze il futuro.