Oggi voglio raccontare la storia del cartello della Conad esposto ieri a Fai della Paganella, un comune italiano di 920 abitanti della provincia di Trento.
Il cartello diventa subito virale e viene rilanciato in Calabria dalla pagina “I love Calabria” che commenta: La Conad sei tu…basta tu non sia calabrese. Da qui inizia il solito copione dei Calabresi che si sentono offesi, che si sentono maltrattati e si armano di tastiera e social per fare la rivoluzione. La sera stessa, esce la Rai di Trento che smentisce: “Cercasi commesso, calabresi esclusi”. L’annuncio a Fai della Paganella, ma è uno scherzo, che specifica “Non è una fake, il volantino per qualche ora c’è stato davvero, ma a scanso di qualunque equivoco: si è trattato di uno scherzo pensato dallo stesso titolare del negozio, a sua volta calabrese. Un senso dell’ironia non del tutto appropriato se vogliamo, ma uno scherzo di Carnevale.” Così i rivoluzionari del web Calabrese rimettono nel ripostiglio le tastiere e tornano al loro tram tram. Anzi, forse, molti sono andati in un supermercato Conad, a comprare i prodotti realizzati a Trento e senza rendersi conto hanno dichiarato la loro sudditanza da quelle persone che magari, quando mettono da parte il politicamente corretto, pensano veramente di mettere un cartello “astenersi Calabresi”, perché rompono, non vogliono lavorare, oppure per mille altri motivi. Ipocrisia. La vera rivoluzione è passata, la vera rivoluzione andava fatta quando siamo stati derubati del nostro futuro, quando non è stata rispettata la costituzione. Ricordo, sempre Nicola Zitara, che mi parlava della rivoluzione economica del Meridione, che doveva partire dalla produzione e dal non acquistare i prodotti realizzati nel Nord. Ma come diceva lui, quel treno è passato.