La Guardia di finanza ha arrestato in Libano il latitante Bartolo Bruzzaniti, di 46 anni, originario di Locri considerato tra i più importanti narcotrafficanti a livello internazionale.
Bruzzaniti era ricercato da quattro Procure, quelle di Reggio Calabria, Milano, Genova e Napoli, sotto il coordinamento della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo.
Dall’ottobre 2022, si era sottratto all’arresto nell’ambito dell’operazione “Levante” coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che aveva coinvolto 36 persone.
L’arresto di Bruzzaniti è stato eseguito dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il coordinamento della Dda reggina, diretta da Giovanni Bombardieri.
L’uomo sarebbe responsabile della progettazione e dell’esecuzione di un vasto traffico di sostanze stupefacenti, dal Sudamerica alla Calabria, consistente in importazioni periodiche di oltre 2 tonnellate ciascuna.
Dopo averne seguito per mesi le tracce tra l’Africa ed il Medio Oriente, il latitante è stato ammanettato mentre si trovava all’interno di un noto ristorante, a Jounieh, in Libano. Bruzzaniti legato alle cosche della ‘ndrangheta di Platì e forte del legame con Francesco “Ciccio” Barbaro, figlio dello storico boss Rosario Barbaro detto “Rosi da massara”, aveva stretto anche solidi rapporti con il camorrista Raffaele Imperiale, anch’egli broker di livello internazionale del narcotraffico, arrestato a Dubai.
Hanno scritto gli inquirenti: “Bartolo Bruzzaniti è un abile manager nell’importazione di stupefacente, credibile nel rapporto con i cartelli sudamericani per l’imponente disponibilità di denaro liquido, organizzatore di una rete di distribuzione in Italia e in Europa dotata di centri di stoccaggio, e in grado di determinare il «prezzo di mercato» di mercato dello stupefacente, tanto da condizionarne la fornitura fino alle filiera dello spaccio”