Martedì, 11 Gennaio 2022, ci ha lasciati il professore Armando Panetta. È stato Sindaco di Antonimina e personalità di spicco della politica locale. Uomo dalla profonda fede cristiana, è stato fino alla fine della sua vita terrena, membro dell’Associazione Cattolica. Di seguito, il commosso ricordo del nipote omonimo, Armando j. Panetta (‘Ndino ndr), figlio del compianto Ernesto e poeta, anche lui, dell’Unione Poeti Dialettali Calabresi, che ha composto, per l’appunto, anche la poesia dal titolo “Vindu Cosi”, che dà voce al professore Armando Panetta. Il professore, rimasto vedovo nel 2018 dopo la scomparsa della maestra Anna Filippone, ha dedicato la sua vita, insieme alla moglie, all’affetto e all’amore smisurato per i propri nipoti, non avendo avuto discendenza diretta.
INNO ALLA LENTEZZA
(Nel ricordo di zio Armando, maestro e mentore)
Non si fa cosí, no…
Senza lasciare il tempo di rendersene conto…senza dare il tempo di realizzare quel che succede intorno…
È cosí… in un mondo che gira ad alta velocità che non dà il tempo di pensare, nemmeno il tempo per un saluto, ci sarebbe bisogno della lentezza…
Lentezza veloce…
Velocità di pensiero, essere recettivi, si, ma lenti…di cuore…
Il cuore ha i suoi tempi per manifestare con il suo suono i pensieri lenti dell’anima…
Non ha bisogno di andare a mille all’ora perchè gli venga riconosciuto un premio o il gradino più alto del podio…
Il cuore ci arriva sempre e comunque a quel gradino…
Se è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima, il cuore ne è l’ingresso principale e la chiave per accedervi è, guarda un po’, la lentezza… Non occorre forzare la serratura, il cuore rischierebbe di rompersi e chiudersi… col pericolo di non poterla mai vedere realmente quell’anima bella…
Già, bella, perchè la lentezza, dimenticavo, è funzionale alla bellezza…
Occorrerebbe fermarsi pochi istanti ed essere lenti nella lentezza per gustare da cima a fondo, o meglio dal fondo alla cima, la BELLEZZA…
Cosí, soffermandomi pochi istanti al giorno, lentamente, col mio cuore, ho percepito nei tuoi occhi la bellezza di quell’anima che tanti segreti ancora avrebbe avuto da svelare… Si, è vero, gli occhi sono lo specchio dell’anima, ma il tuo cuore, ancora una volta, ancora di più ne è stato l’androne…
Un cuore bello, lento, passionale…
Come dicevi tu?
“PURTROPPO NOI SIAMO POETI E ABBIAMO IL CUORE DEI POETI…”
Basterebbe solo questa frase, sai, per poter avere accesso alla tua BELLEZZA…
“Purtroppo noi siamo poeti”…come se quel “purtroppo”, preceduto dal canonico sospiro, stesse a sottolineare la delicatezza dell’essere un POETA, un romantico, un nostalgico, ma ancora di più un nemico della velocità che logora la vita…
quella stessa delicatezza, ancora di più, starebbe a evidenziare il quasi pudore nel sentirsi un poeta nel mondo di oggi…
e cosí, questa volta, hai preferito non farlo il poeta, hai scelto la velocità, magari solo per il gusto di provare l’ebbrezza che dà il non soffermarsi agli attimi, ai momenti, ai ricordi, agli scatti di una Polaroid…
Hai presente quella luce che dal sole, sopra il mare all’albeggiare, filtra attraverso una goccia di rugiada, mentre lenta scivola sopra il petalo d’un fiore e va per posarsi al suo interno, ma si frena ripetutamente come per tracciare i frame di un film?
Ho visto di quella luce brillare il tuo cuore, l’ho vista diffondersi nella tua anima e l’ho vista filtrare attraverso i tuoi occhi che, come quella gocciolina di rugiada, si muovevano come se volessero scattare un fermo immagine di ogni mia parola di ogni mia poesia… Come se, proprio come una Polaroid, stampassero in tempo reale le immagini delle mie parole in rima… e poi, vuoi mettere il canto di quelle parole tra un verso e l’altro?
Già, socchiudevi un poco gli occhi con senso di approvazione portavi una mano all’orecchio perchè, dicevi, “la metrica, il suono delle parole arriva meglio al cuore”.
“‘NDINO” così mi chiamavi, così mi hai chiamato fino a poco prima che la misera vita mortale umana, si rivelasse per quello che è, effimera debolezza.
Dicono sia la vita, dicono che bisogna essere forti e che ci voglia un gran coraggio a viverla… e a te quel coraggio, pure, non è mai mancato…
Ti è purtroppo mancata la voglia di continuare a viverla la vita, da quando il tuo angelo ti aveva lasciato, ci aveva lasciati.
Oggi, finalmente, l’hai raggiunta la tua anima gemella e insieme splenderete ancora e per sempre, nei cuori di tutti noi…
Oggi, più che mai, ritroverai gli occhi delle anime belle che ti avevano preceduto, i tuoi cari, e tra questi quelli di un fratello, il fratello minore, che tanto ammiravi e stimavi in vita…
Oggi, sarete insieme a tavola per festeggiare e darvi battaglia a suon di brindisi per tenere allegra tutta la compagnia, cosí come era nella vostra somiglianza terrena…
Oggi, ancora di più, vi prego, innalzate i calici e brindate a noi, perchè possiamo percepire, se mai ce ne fosse bisogno, che non resteremo mai soli quaggiù…
Sursum corda, carompulu meu, io brinderò a te ogni giorno della mia vita, ringraziandoti eternamente per i tuoi insegnamenti e i tuoi consigli…
Addio, cuore mio
Ti voglio bene