DEDICATO ALLE VITTIME DEL NAUFRAGIO DI CUTRO.
Antigone, una donna del popolo, si ribella a Creonte, ‘u Ministru,, che ha ordinato, dopo l’ennesimo naufragio di una chiatta nel mare proveniente dall’Africa, che i corpi non dovranno essere recuperati, non dovranno toccare il territorio calabrese, ma dovranno restare in mare, cibo per i pesci, a dissuadere i migranti da altri tentativi di sbarco. Antigone ha visto un corpo vicino alla riva, lo raccoglie e, nel rispetto della pietas umana vi dà sepoltura e senza paura affronta il castigo per non tradire la pietà verso i defunti.
Antigone, rinchiusa/confinata nella sua prigione, sola, nel silenzio e nelle tenebre,continua a vivere per farci sentire ancora la sua voce. Rivivendo la sua storia citrascina in quella che è la tragedia più aspra e inquietante del nostro tempo.
Il lavoro, in lingua calabrese, scritto 10 anni prima della tragedia di Cutro insiemeall’amico Franco Dionesalvi, non è una riscrittura della tragedia di Sofocle, mapossiamo definirla una rivisitazione e un pretesto per parlare della storia dei nuovimigranti. In ricordo di Franco ho voluto riscriverlo in forma di monologo.
12 Novembre ore 18,00 Teatro Comunale di Mendicino (CS)
19 Novembre ore 18,00 Teatro Gambaro S. Fili (CS)