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sabato, Novembre 23, 2024
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Aldo Ferrara: “Il PNRR è una straordinaria opportunità di rilancio per il nostro Paese”

Abbiamo chiesto un’intervista al presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, dopo che abbiamo sentito alcune sue dichiarazioni sul “patto per lo sviluppo della Calabria”. Naturalmente visto la filosofia del nostro giornale non potevano non partire dal massimo esponente di Confindustria in Calabria per poter capire meglio come stanno le aziende.

 Il nostro giornale nasce per coprire un vuoto, in Calabria serve uno strumento che riesca ad ascoltare la voce dei territori e accendere i fari sulle questioni che si devono risolvere. Serve qualcuno che affronti con tutte le parole del vocabolario il problema dei problemi delle Calabria: l’esodo della nostra gente verso altre località soprattutto per trovare lavoro. Serve oggi un’informazione che riesca a dialogare con gli attori che possono invertire questa grande emigrazione in era pandemica. Concorda con la nostra visione?

 Il pluralismo dell’informazione costituisce certamente una leva rilevante anche in ottica di sviluppo e crescita dei territori.

Le aziende sono fondamentali. Non ci potrà essere una rinascita di questa Terra se non si mettono al centro le aziende calabresi, che possono ricreare le condizioni per il lavoro e lo sviluppo, soprattutto va rilanciato il settore della produzione, tema centrale del nostro futuro.  Vanno posti come valore dunque le imprese. Chi scrive sente di aver fatto veramente un’impresa, nel portare avanti per 25 anni sempre la stessa attività, nonostante i terremoti, le bufere, le tempeste e tutto l’inimmaginabile che deve passare un imprenditore in Calabria. Sposa questo concetto?

 Assolutamente si, ma è necessario reagire in quanto la situazione è divenuta ormai insostenibile, stiamo ancora pagando lo scotto della pandemia e del conseguente periodo di crisi che hanno messo a dura prova la realtà produttiva calabrese, mettendo molte imprese a rischio di chiusura temporanea o addirittura definitiva. Le imprese calabresi, come il resto del Paese, si trovano a dover fronteggiare enormi difficoltà con inevitabili ricadute sul piano della tenuta nelle filiere industriali e sulle relative capacità di investimento. Sarebbe auspicabile intervenire almeno su due livelli. Anzitutto, la riduzione del cuneo fiscale che determinerebbe un concreto, ed immediato vantaggio in termini di capacità di spesa per i lavoratori ed un contestuale aumento di competitività per le imprese. Inoltre, ove necessario e in continuità con gli interventi già adottati dal Governo per il caro energia, occorre in parallelo intervenire con provvedimenti mirati per contenere l’aumento dei prezzi in comparti chiave.

“Patto per lo Sviluppo della Calabria”. Questo è stato il tema al centro dell’incontro che si è tenuto nel mese di Luglio nella Cittadella regionale tra il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, e i componenti del Consiglio di Presidenza di Unindustria Calabria. Ci può spiegare di cosa si tratta?

Obiettivo prioritario è certamente quello di assurgere ad un ruolo di governance strategica che consente di orientare le risorse finanziarie disponibili e gli investimenti, al fine di generare un percorso di crescita di lungo periodo, idoneo a determinare un significativo e concreto mutamento dei parametri di sviluppo occupazionale che da troppi anni caratterizzano la Regione Calabria. In tale direzione si inserisce la necessaria e conseguente azione ad ampio raggio, coinvolgendo tutti i livelli istituzionali, in una logica di assoluta condivisione degli obiettivi strategici quali ad esempio, le infrastrutture, la logistica avanzata, la mobilità sostenibile e le infrastrutture digitali. Con il Patto per lo Sviluppo si determina un vero e proprio salto di qualità, trasformando una rituale e semplice rivendicazione territoriale, in un piano programmatico di disegno industriale che consente da un canto, di intercettare con efficacia le significative risorse disponibili, e dall’altro, di imprimere un’accelerazione di modernizzazione del sistema produttivo, in linea con le nuove opportunità dettate dalle transizioni in atto. Confindustria, infatti, grazie alla disponibilità del Presidente Bonomi ed alla condivisione di questo percorso, ha assicurato la collaborazione del Centro Studi Nazionale nella configurazione operativa di questo progetto che trasformi le speranze in fatti e le parole in azioni coerenti.

Nel dialogo con il presidente della regione avete anche detto che: sono importanti i 200 miliardi del Pnrr ma la parte fondamentale rimangono le riforme attese da trent’anni dal Paese. Ci hanno sempre detto che non si potevano fare perché non c’erano i soldi: oggi questa scusa non c’è più. Cosa dobbiamo aspettarci?

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una straordinaria opportunità di rilancio per il nostro Paese, e della nostra regione in particolare, chiamata, oggi, ad affrontare e vincere sfide epocali che ne modelleranno in maniera irreversibile il futuro. Un’attuazione efficiente ed efficace del PNRR non può prescindere dal pieno coinvolgimento delle imprese, cuore pulsante del tessuto economico. Solo attraverso le imprese ed il loro lavoro, infatti, è possibile mettere a terra gli ambiziosi progetti di ammodernamento infrastrutturale, di innovazione, di transizione verde e digitale che l’Italia si propone di realizzare entro il 2026. Nonostante il quadro geopolitico ed economico sia drammaticamente cambiato negli ultimi giorni il PNRR resta un’occasione storica e irripetibile, per questo motivo è indispensabile mettere a sistema le competenze per non lasciarci sfuggire questa preziosa opportunità.

Da poco avete presentato il Rapporto Regionale PMI 2022 dal quale è emerso chiaramente come le spinte inflazionistiche, la guerra in Ucraina e lo shock energetico stiano interrompendo la ripresa economica post-pandemica. Cosa si sente di dire a tutti gli imprenditori Calabresi?

Le regioni del Mezzogiorno hanno subito gli effetti della pandemia con un’intensità minore rispetto al resto del Paese, grazie ad una specializzazione produttiva maggiormente concentrata in comparti meno colpiti dalla crisi, come l’agroalimentare e le costruzioni, e per il maggiore peso nella struttura economica dei servizi di prossimità (esempio distribuzione alimentare), non toccati dalle restrizioni e in forte recupero nel 2021. Dal rapporto, emerge chiaramente come le spinte inflazionistiche, la guerra in Ucraina e lo shock energetico, unitamente alle turbolenze dello scenario internazionale stanno interrompendo la ripresa economica post- pandemica. Nondimeno preoccupante la politica restrittiva attuata dalla BCE che con l’aumento repentino dei tassi d’interesse rischia di aumentare i rischi recessivi in corso. In tale contesto, risulta necessario porre in essere misure immediate e diversificate per garantire la continuità aziendale e il sostegno della competitività. Rinnovo della moratoria, sostegno alla patrimonializzazione delle imprese, rilancio degli investimenti, mitigazione del caro energia sono solo alcune delle misure da turare con immediatezza per preservare il nostro sistema produttivo. Come Unindustria Calabria stiamo predisponendo un articolato piano di sviluppo industriale poggiati sulle ingenti risorse Europee che accompagni le imprese in questo delicato momento economico ma che contestualmente guardi già alla fase post emergenza.

Per alcuni lo sviluppo della Calabria è vicino, sembra che molti indicatori diano questa speranza, quali sono secondo lei i settori che potrebbero portare la Calabria in questa nuova fase?

Certamente i settori sui quali occorre puntare sono le filiere ad alta intensità di tecnologia, il turismo, l’agroalimentare e la logistica. A questi, ovviamente, aggiungiamo il settore delle costruzioni che da sempre rappresenta un importante volano trainante per l’intera economia calabrese in considerazione delle significative ricadute economiche e sociali. Ecco perché è necessario un disegno strategico con investimenti mirati che consentano al nostro sistema produttivo di affrontare con successo le transizioni in corso ed affermare un business model regionale moderno ed evoluto.

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