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Al via “Polsi Ambiente” la parola a Tommaso Marvasi

Il 30 giugno, il 1° e 2 luglio ci sarà nella Locride la Terza Edizione di “Polsi Ambiente”, il più incredibile convegno in cui si dibatte di ambiente. “Ambiente e legalità”. Per l’occasione abbiamo intervistato colui che ha voluto fortemente realizzare questo convegno, l’avvocato Tommaso Marvasi.

di Domenico Futia

Ma Polsi Ambiente è una sfida?

Vedi, Polsi Ambiente non è nato come una sfida. Anzi, tutt’altro: voleva e vuole essere un evento normale. Recarsi in un Santuario è una cosa normale, girare per boschi incontaminati come quelli del nostro Aspromonte è una cosa normale. Anormale mi era sembrato che miei genitori, i miei parenti, la gente comune della Locride, non fosse mai andata a Polsi: luogo così inaccessibile e misterioso da essere stato per decenni sede dei summit della vecchia ‘ndrangheta o, in occasione della festa della Madonna della Montagna a inizio settembre, destinazione di uno scomodo ma sentito pellegrinaggio popolare. Popolare nel vero senso della parola: i borghesi, nella generalità lo rifuggivano; nelle Parrocchie della Locride si organizzavano i treni bianchi per Lourdes, non le scarpinate di dieci ore per Polsi. C’è voluto monsignor Bregantini per sdoganare Polsi e per ipotizzare che, forse, se c’era un Santuario sarebbe stato normale realizzare una strada per andarci.

Com’è nata Polsi Ambiente?

L’idea di Polsi Ambiente è sorta ai piedi del Monte Cervino, dalla parte opposta dell’Italia. Nell’ottobre 2020 a Saint Vincent si teneva la tradizionale convention annuale del quotidiano La discussione, dedicata quell’anno alla Laudato sì, l’enciclica di Papa Francesco. Il tema aveva indotto alla partecipazione anche una folta rappresentanza di Verdi. I cattolici parlavano di creato, i laici di ambiente; ma alla fine capirono che stavano parlando della stessa cosa e furono un animi nel concordare che il problema ecologico fosse in primissimo piano e non fosse un patrimonio esclusivo di una sola parte. Io avevo invitato Don Tonino Saraco, il rettore del santuario di Polsi. Don Tonino partecipò solamente con un collegamento video, parlandoci di Polsi. Mentre don Tonino parlava io ero sul palco, tra i relatori, vicino a Pecoraro Scanio, il quale mi chiese dove fosse Polsi. Glielo spiegai e gli dissi: quest’estate ti ci porto. Non sono riuscito a portare l’ex ministro, ma in questi tre anni, qualcuno che proprio non sapeva dove fosse non solo Polsi ma neppure la Locride è arrivato dalle nostre parti…

Il primo anno il tema era “ambiente e legalità”; voleva essere una sfida?

Assolutamente no. Volevamo essere solamente persone normali, che normalmente andavamo a radunarci in un luogo bellissimo, pieno di significati e di storia, per parlare di un tema urgentissimo, come quello ambientale. Ambiente e legalità è un tema inscindibile che è sempre il sottofondo di Polsi, anche delle edizioni successive. Non si può dare nessuna salvaguardia ecologica senza il rispetto della legalità: che significa, in ultima analisi rispetto della dignità umana. Ecco rispetto è la parola chiave, non solo del vivere civile, ma anche dell’ecologia: bisogna avere il rispetto della natura, rispetto del mare, rispetto di se stessi e del proprio prossimo. Se si ha il rispetto di tutto ciò, naturalmente si vive in maniera ecologica, naturalmente si pongono le basi per uno sviluppo positivo: ciò che l’illegalità impedisce, potendo al massimo dare l’illusione di una effimera ricchezza, ma mai determinando arricchimento che è tale soltanto se riguarda l’intera socialità; e non solamente economico, perché non di solo pane vive l’uomo…

Quindi pronti a discutere con normalità delle energie rinnovabili?

La sfida delle energie rinnovabili è il tema di questa terza edizione. È un tema molto difficile e complesso e delicato. Si fa presto a dire biomasse, ma poi bisogna stabilire le regole per evitare che gli stabilimenti produzione di energia fagocitino boschi interi. Si fa presto a parlare di parchi eolici, ma anche la pura bellezza di un panorama è ecologia. Non ci si può guardare soltanto alla produzione di CO2: salvaguardia ambientale non è solamente guardare i gas serra e l’emergenza climatica, ma anche rispettare tutto il sistema, che l’uomo in particolare violenta più di qualsiasi altro essere vivente per le sue esigenze. La sfida del ventunesimo secolo è quella di trovare uno sviluppo che contemperi le esigenze dell’uomo col la natura punto non è una soluzione facile, e te lo dico da moderato quale sono, bisognerà essere estremisti: perché le scelte che l’uomo dovrà fare necessariamente saranno radicali. La tecnologia dovrà andare di pari passo con l’ecologia: siamo arrivati con l’informatica all’intelligenza artificiale, adesso la scienza e la ricerca dovranno tendere all’intelligenza ecologica, a soluzioni tecniche armoniche è il più possibile neutrali per l’ambiente.

 

 

 

 

 

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