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lunedì, Novembre 25, 2024
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Agonia di una democrazia?

Galileo Violini

È facile osservare educatamente che forse sarebbe bastato un funerale di stato e che il lutto nazionale per la morte di un primo ministro è una sgrammaticatura costituzionale che un’ampia partecipazione di popolo al funerale non può, checché ne pensi il presidente del Senato, essere invocata come giustificazione.

Ancor più facile è osservare che mai era successo che per tale motivo il Parlamento chiudesse per una settimana. Un po’ più difficile da accettare, e forse avrebbe dovuto suscitare qualcosa di più che timide manifestazioni di perplessità, è che ciò sia accaduto per la morte di qualcuno che non  pare abbia troppo rispettato, in vita, quel Parlamento, essendo stato condannato per aver corrotto un senatore alla vigilia di un cruciale voto di fiducia, o avendo portato alla Camera il problema di un inconsueto riconoscimento anagrafico di parentela di una ragazza con un capo di stato straniero. La prescrizione annulla il reato e la sua punibilità, ma non preclude azioni civili. A maggior ragione non preclude il giudizio storico e la storia non è il casellario giudiziario, non dimentica.

Piccoli episodi?. Forse, come altri. Esodo dalla RAI di Fazio e Annunziata, scelte loro, nessuna censura. La RAI è pluralista. L’Osservatorio di Pavia considera esagerato un 70% di presenza del Governo? È perché è attivo. Un comizio per elezioni amministrative è trasmesso in diretta? Non era mai successo, ma che sarà mai? Al pubblico interessa. Piuttosto, come si permette Rovelli di criticare un ministro in un evento trasmesso dalla pluralista RAI? Davvero crede che basti la Costituzione per permettergli di esprimere liberamente il proprio pensiero, senza che il ministro possa difendersi?

La Presidente del Consiglio non eccede in conferenze stampa? Lavora per noi, per difendere la Nazione in Europa e in Tunisia. I risultati sono straordinari. Le manca un Pasqualillo, ma non chi dica che l’ha detto e si farà. Sì, di tanto in tanto l’Europa matrigna minaccia di presentare dei conti non gradevoli, la Francia non ci ama, ma chissà, anche lì cambierà il vento. La Spagna ci segue, l’alleanza che portò i nostri bombardieri a Guernica rinasce a livelli meno trucidi. I discorsi di Salamanca e Madrid del Generalísimo hanno eco nel mito della famiglia e Arriba España, una grande y libre! diventa facilmente il riferimento culturale alla grandezza d’Italia finalmente riconosciuta e nuovamente parte importante della destra europea.

Lungi dalla nostra presidente del Consiglio la rozzezza di quello che avrebbe potuto essere il suo riferimento nazionale. Niente bivacco a Montecitorio. Tuttavia sì, tireremo diritto. A colpi di decreti legge, di voti di fiducia.

Gott mit uns forse, ma il mandato storico le viene dal popolo. Ed ha portata mondiale. L’utero in affitto sia reato universale. Sì è vero occorre capire come perseguirlo. L’Italia non ha ottenuto da Nicaragua e Francia l’estradizione di cittadini italiani accusati di terrorismo, ma solamente quella di Cesare Battisti, sfigato al punto di essersi rifugiato in Brasile e aver capito troppo tardi chi era Bolsonaro. Il caso Regeni è a fasi alterne dominato dall’orgoglio patrio o dalla realpolitik. Otterremo l’estradizione delle madri o arresteremo i locatari di quegli uteri quando verranno in Italia? Si è tornati all’epoca del processo per bigamia a Ponti e Loren.

In parallelo molte proposte piò meno peregrine, figli d’Italia, esaltazione della lingua, un presidente del Senato cui la Costituzione non pare antifascista. Ed episodi a prima vista minori. Anastasio  riprende il discorso del 3 gennaio del 1923. Lollobrigida difende dichiarazioni razziste stravolgendo la voce razza della Treccani. Dirigenti del calcio si adeguano al vento che tira. E la Serie A di calcio in cui può accadere che una squadra non schieri neanche un giocatore italiano diviene la Serie A Made in Italy. Matrimonio tra calcio e regime non nuovo in Italia.

Questa destra ha piani in grande, modifica della Costituzione, premierato e non più presidenzialismo, anche per rispetto formale all’unica garanzia che ci offre la Costituzione, il presidente Mattarella, che fortunatamente non è Vttorio Emanuele III. Tuttavia la sua risposta a Lollobrigida , compresa da tutti, pare non lo sia stata dal destinatario. Il presidente Mattarella, unico solido riferimento per queste preoccupazioni non è garanzia sufficiente. Anche Hitler quando fu nominato cancelliere, coabitò con Hindenburg, però quella storia insegna che le istituzioni non possono dipendere da una sola persona.

La destra non tralascia nulla. Dal Comune di Riccione a un seggio alla Camera, non esistono piccoli insignificanti dettagli. Se ciò richiede violentare principi giuridici che non dovrebbero essere stravolti a colpi di maggioranza in Giunta elezioni, cambiando i criteri di nullità delle schede per strappare un seggio all’opposizione, si trova un oscuro deputato sardo che si offre per sostenere l’insostenibile.

Se necessario, mostra i muscoli, e ignora le riserve che l’opposizione possa avere sulla nomina di una presidente di commissione che potrebbe parere inopportuna.

La sua strategia è chiara, instaurare un regime totalitario, per il momento soft, ma di sviluppi non predicibili, e recuperare il passato riscrivendone la storia. Chissà quell’onorevole che legge i libri di storia, con qualche difficoltà per ricordare la Guerra di Crimea, non possa addirittura pensare di ripetere quanto fece Napoleone III, portando a Parigi la salma di Napoleone nell’ottobre 1840, il che fu completato da Hitler, un secolo dopo, col trasferimento di quella dell’Aiglon. Vedremo un treno speciale che, come quello del Milite Ignoto, porti a Roma tra folle osannanti da Predappio la salma del duce?

La storia del 1922 dovrebbe insegnare qualcosa sia all’opposizione vera che pare nulla avere appreso dalle divisioni del 1922, dall’Aventino del 1924 e da varie elezioni, includendo le ultime politiche, sia a quella blanda di Calenda, che, come la mosca della fiaba che aveva arato, si illude di poter contare appoggiando, ruota di scorta, quelle decisioni che condivide, sia a quella di Renzi, di cui non possono aver sorpreso i commenti in morte di Berlusconi. Ricorda Giolitti che credeva che il fascismo sarebbe stato una breve parentesi al cui chiudersi l’Italia non potesse far altro che rivolgersi a lui. Non successe, e Giolitti fu un gigante della politica italiana, il che non è il senatore toscano.

L´Italia ha pagato i suoi errori di un secolo fa. Evitiamo di ripeterli. L’alleanza delle opposisizioni è l’unica maniera di frenare un processo che è in atto da parecchi mesi, con responsabilità evidenti, ma oggi dobbiamo dimenticare quel passato e guardare al presente e al futuro. Nessuno dei problemi menzionati è minaccia alla democrazia, ma il loro insieme lo è. Forse stiamo assistenza all’agonia della democrazia ripristinata grazie alla Resistenza. Reagiamo prima che sia troppo tardi.

 

 

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