Oggi è venuto a mancare una figura storica del partito comunista di Siderno, Giovanni Recupero, lo ricordiamo con le parole di Peppe Panetta dirigente provinciale e di Paolo Fragomeni nipote e compagno.
Dispiace molto apprendere questa triste notizia. Il Compagno Giovannino Recupero era uomo d’altri tempi, come si usa dire. Ricordo il suo garbo, la sua riservatezza, il suo altruismo. Insieme ha un gruppo dirigente, di grande spessore e autorevolezza, ha scritto una bella pagina della storia politica – amministrativa di Siderno. Le mie sentite condoglianze.
Peppe Panetta
Non era soltanto uno zio. È stato il mio Maestro, prima di tutto. Colui che ha seminato la curiosità a piene mani nel piccolo vaso che ero. Si! Perché la conoscenza è figlia della curiosità, la ricerca continua dell’apprendimento. Lui lo sapeva. Così come sapeva che ogni bambino è un mondo a sé e che per ognuno occorre un metodo per insegnargli ciò per il quale è naturalmente portato. Era un uomo dall’intelligenza fuori dall’ordinario. Chi lo ha conosciuto questo lo sa. Ed è stato anche un ‘maestro di vita’. Non c’era persona nella quale riponessi più fiducia. Quante volte mi rivolgevo a lui per un consiglio, quella parola che ti dava coraggio e ti indicava la strada giusta da seguire. Saggio, poliedrico, inarrestabile in ogni cosa che faceva.
È stato, anche, un amministratore eccezionale della Cosa Pubblica. Sempre al servizio della gente. Faceva parte di quella generazione che viveva la politica come missione, senza nulla chiedere se non la gioia di essersi reso utile per la comunità. Se n’è andato un pezzo di storia di questa città, un esempio di onestà, di coerenza e di dedizione agli ideali di giustizia sociale e uguaglianza ai quali aveva attinto nella sua formazione politica.
Mi piace ricordarlo alla testa di noi alunni sciamanti come api indaffarate e felici sulla collina di San Francesco dove ci condusse a far volare gli aquiloni. Era un giorno di primavera e i giocattoli di carta si alzarono nel cielo insieme ai nostri gridi di gioia.
Grazie di tutto, zio.
Paolo Fragomeni