Alle nostre latitudini, si sa, i fenomeni sociali si manifestano sempre con notevole ritardo rispetto al luogo di origine e, quando giungono, fatalmente scadono nel caricaturale. Bisogna dire che la figura del pensionato che si aggira, per lo più con le mani dietro la schiena, presso i cantieri di lavoro, controllando, facendo domande, dando suggerimenti o criticando le attività che si svolgono, risale quantomeno alla ricostruzione dopo il gran terremoto del 1908, ma non aveva mai raggiunto lo stadio di movimento organizzato. A Bologna e a Milano, invece, lo scrittore Danilo Masotti, attento studioso del fenomeno particolarmente diffuso nelle opulente città del nord, ha preso in prestito il dispregiativo termine bolognese umarèl (uomo da poco, uomo di strada) e l’ha trasformato in Umarell; nel 2005 il suo blog ha cominciato a teorizzare il fenomeno e due anni dopo dal blog è nato il libro: le radio, le televisioni, internet hanno cominciato a parlare di questo delirio e a distanza di diciotto anni dal primo avvistamento, ancora si continua a parlare di loro. Addirittura, Umarells è diventato un brand da promuovere e da proteggere, ed è nato anche un gadget 3d che ha fatto schizzare alle stelle il fatturato della Moronigomma che lo produce (io per primo non ne posso più fare a meno ed è qui che mi guarda mentre scrivo). A Reggio, la carica degli Umarell si è scatenata sul progetto di ristrutturazione della molto malconcia Piazza De Nava e della strada antistante il MArRC. Storici di prima e di seconda fascia (rigorosamente pensionati) e addirittura una intera Fondazione, hanno organizzato il movimento degli UMARELL RIGGITANI che tiene sotto scacco il Ministero, la Sovrintendenza ed il Comune e vuole impedire ad ogni costo che la Piazza e l’area museale assumano un aspetto civile ed accogliente.
Mi è venuta in mente la storia della piramide di vetro, che funge da maestoso propileo al museo del Louvre, da oltre 40 anni. Nel 1981, François Mitterand decise di rinnovare e rendere più funzionali le strutture museali del Louvre, il progetto venne affidato all’architetto sino-americano Ieoh Ming Pei e incontrò da subito numerose difficoltà. Tenete presente che si trattava di stravolgere un antico e prestigioso palazzo reale, spostare sedi di Ministeri e collocare come accesso alla Ville Louvre, una monumentale piramide di vetro. La creazione di un’opera tanto imponente e moderna nella vecchia Cour Napoléon, provocò reazioni indignate tra le file più retrive della società francese (gli antenati dei nostri Umarell…) ma non sfiorò minimamente Mitterand e Pei che portarono al termine il loro fantastico lavoro.
Suggerisco agli Umarell di casa nostra di alternare la vigilanza dei cantieri a qualche viaggetto di istruzione, scrollandosi di dosso preconcetti ammuffiti che operano in direzione contraria alle esigenze di sviluppo della nostra comunità.
rev. Frank