Roberto Occhiuto è il nuovo governatore della Calabria, colui che dovrà guidare la nostra regione per i prossimi 5 anni. Ha ottenuto il 54,46% dei voti, battendo la candidata del centrosinistra, Amalia Bruni (27,68%), l’indipendente Luigi de Magistris, ex sindaco di Napoli (16,7%), e l’ex presidente della Regione, Mario Oliverio (1,70%).
Ma cerchiamo di conoscerlo meglio.
Roberto Occhiuto, nato a Cosenza il 13 maggio 1969, è un giornalista pubblicista, laureato in economia all’università della Calabria. Diventa direttore generale del gruppo Media TV, che raggruppa alcune emittenti televisive calabresi come Ten, Rete Alfa e Telestars, creando un network televisivo moderno. Separato con due figli, inizia a fare politica all’università, militaando nelle file della Democrazia Cristiana della sua città, dove viene eletto al Consiglio comunale. Nella diaspora democristiana seguita a Tangentopoli, Occhiuto si unisce al Partito Popolare di Mino Martinazzoli e poi segue Rocco Buttiglione nell’Udc. Nel 2000 passò a Forza Italia: candidato alle elezioni regionali, con 9.000 preferenze è il più giovane eletto nel partito. Tuttavia, una serie di scontri interni a Forza Italia, lo portano ad abbandonare il partito per seguire Pier Ferdinando Casini nel Centro cristiano democratico e poi nell’UDC. Rieletto in consiglio regionale, ne diviene vicepresidente, ma subisce una sconfitta quando si presenta alle elezioni politiche. Riesce, però, ad entrare in parlamento perché il capolista dell’UDC, Lorenzo Cesa, è eletto al Parlamento Europeo.
Nel 2018 ritorna in Forza Italia diventando, quando Maria Stella Gelmini viene nominata ministra degli Affari regionali, il capogruppo alla Camera dei deputati.
Quando ha ufficializzato la sua candidatura a presidente della nostra Regione ha esordito con queste parole: «La Calabria non è ingovernabile e questa sfida è quella più entusiasmante per chi è nato in questa terra».
Da oggi, quindi, si spera si possa scrivere una nuova storia della Calabria. Una storia fatta di riscatto, di rivalsa e di sviluppo. Lo merita questa terra e lo meritiamo noi calabresi dopo anni di pregiudizi e di sottosviluppo.