Per quanto riguarda il PNRR è sconcertante il silenzio e lo scarso interesse dei politici locali. Scarso interesse che si continua a registrare ancora adesso. O i politici locali non hanno capito l’importanza dell’occasione unica e rara rappresentata dal Piano o non sanno come muoversi. Se, invece, malauguratamente ritengono che i soldi arriveranno comunque, oltre che distratti e incapaci sono anche degli emeriti ignoranti.
Parafrasando il generale Carl von Clausewitz si potrebbe dire che la cosa pubblica è cosa troppo seria per lasciarla in mano ai politici. E il paradosso calza bene quando ritorniamo su un argomento di cui la Riviera si è più spesso occupata. Parliamo del PNRR e del silenzio assordante dei politici locali, in particolare di coloro che in qualità di amministratori avrebbero dovuto far sentire la loro voce. In un articolo, uscito su questo giornale l’8 agosto, Mario Scali aveva dato conto dell’importante manifestazione tenutasi a Siderno con la partecipazione dei Segretari nazionali della CGIL, CISL e UIL. In quell’articolo si evidenziava lo scarso interesse della dirigenza politica nazionale e regionale. Scarso interesse che si continua a registrare ancora adesso. Delle due l’una. O i politici locali non hanno capito l’importanza dell’occasione unica e rara rappresentata dal Piano o non sanno come muoversi. In ambedue i casi, non hanno che affidarsi a chi ne sa più di loro. Se, invece, malauguratamente ritengono che i soldi arriveranno comunque, oltre che distratti e incapaci sono anche degli emeriti ignoranti. Perché, è bene ribadirlo con forza, in assenza di progetti ben definiti e presentati neppure un euro sarà destinato ad una zona che ne ha disperato bisogno. Si ha ben in mente, tanto per fare qualche esempio, che se tutta la statale 106 a quattro corsie non sarà inserita nel PNRR, nella jonica reggina questa strada si realizzerà forse a due corsie e fra trent’anni? E ancora, gli amministratori locali hanno chiaro che se la ferrovia Taranto/Reggio (nella tratta Catanzaro/Reggio Calabria) sarà, nel medesimo tracciato, elettrificata tutti i Comuni costieri saranno condannati a subire una cortina di ferro che impedirebbe lo sfruttamento del mare, una delle principali, se non unica, risorse dell’area? E ancora, cos’altro deve essere aggiunto perché tutti comprendano che il mare va urgentemente difeso con seri progetti di riqualificazione degli attuali impianti di depurazione delle acque reflue e non con esilaranti esternazioni sulle mucillagini in fioritura? E non ultimo, quando si porrà mano alla protezione delle zone montane per evitare i disastri verificatesi quest’estate? Su questi temi si era concentrata la manifestazione del 26 luglio scorso. Aggiustare i propri campanili può fare scena così come farebbe scena una casa in ordine e più che decente ma ubicata in mezzo al nulla. Ci si sgola (da parte dei sindacati e dell’opinione pubblica), parlando di fare squadra, di fare sistema, quando la classe politica è completamente assente. Assente, sull’argomento, persino alla vigilia di una tornata elettorale come quella che ad ottobre interesserà l’intera Regione. Nessuno che accenni al PNRR, nessuno che abbia la minima idea di come approcciarsi. Verrebbe da chiedere su che basi progettuali si poggiano le candidature di chi aspira a rappresentare il territorio, su quali studi di fattibilità si stia lavorando, e, soprattutto, se l’opinione pubblica sarà in grado di attribuire le dovute responsabilità a chi disattenderà questo importante e unico appuntamento. O dovremo assistere al solito lamento che il Sud è lasciato di nuovo solo? Se non si vuole che si dica che a lasciare solo il Sud sono proprio coloro che lo rappresentano, si risponda al forte segnale più volte lanciato. Il SegretarioSbarra esortò
tutti a darsi da fare dicendo che le risorse ci sono. Ma la Calabria è pronta a riceverle?
Redazione Romana