La trilogia dei cortometraggi sulle donne approda nel borgo dell’arte di Santa Severina e si parla di sofferenza e guarigione.
Non è stata una semplice proiezione quella che sabato sera, 29 agosto alle 21.00, nel formidabile Castello di Santa Severina (KR) ha riguardato ancora una volta la trilogia di cortometraggi del format “Compagnia delle Donne” a cui la regista e autrice Angelica Artemisia Pedatella, insieme al team della sua “Compagnia Teatrale BA17”, ha dato vita nei mesi della chiusura, quando tutto sembrava impossibile e fermo. A concludere le proiezioni è stato il lavoro dal titolo “GUARDARE OLTRE” che riguarda l’opera di Amalia Bruni, la ricercatrice calabrese che ha cambiato la storia dell’Alzheimer nel mondo. Intensa e importante la discussione avvenuta subito dopo la proiezione sugli importanti temi trattati dall’opera. La stessa Bruni si è prestata quale attrice ed è stata intervistata per creare questo singolare cortometraggio che racconta la sua esperienza di ricerca medica, sperimentando un linguaggio innovativo da ogni punto di vista. È la stessa Bruni a commentare: «La divulgazione sulla ricerca medica in Calabria è di fondamentale importanza. Divulgare significa aiutare la collettività a comprendere in maniera semplice processi complessi e questo, oltre a migliorare le conoscenze in generale, potrebbe soprattutto ingenerare fiducia verso noi stessi». Nell’opera la Bruni è quasi voce narrante in un mondo dove è necessario “aprire gli occhi” per poter guarire. «Il titolo di questa opera, “Guardare oltre”, spiega la regista Angelica Artemisia Pedatella, è la sintesi della esperienza di Amalia e di quella che riguarda anche me e tutti noi. La scienza non ci dà le verità certe e assolute, cosa che credo sia necessario sottolineare ancora di più oggi, ma è ricerca continua, voglia di risolvere insieme alla gente i problemi e di questo Amalia è un esempio immenso, con la sua sensibilità, la sua disponibilità e la sua professionalità. È una donna che mi ha colpito per l’insieme di caratteristiche che la rendono ricercatore, medico e persona. Raccontare di lei è stato facile, per questo il lavoro ha potuto crescere nella possibilità di sperimentare, anche in questo campo, un linguaggio inusuale di integrazione delle arti». E subito dopo la proiezione, con la commozione negli occhi, la Bruni conferma il suo sentimento, in un periodo in cui nelle diverse esperienze che negli ultimi mesi la stanno travolgendo deve sempre “metterci la faccia”, come si suol dire, dal cortometraggio al suo recente impegno per la Calabria: «Sono esperienze grandissime, entrambe all’insegna della disponibilità, del servizio e della sperimentazione di un modo di essere, sentire e agire che vorrei trasferire a tutti i calabresi. Ognuno di noi dovrebbe “metterci la faccia”, sviluppare curiosità positive a visioni innovative e ‘sperimentare’ la fiducia verso le nostre capacità di cambiamento». Fa eco alle sue parole la voce dell’organizzatrice della kermesse “Le Cinema des Femmes” che è alla sua prima tappa in Italia, la regista e produttrice Mon Ross: «Sono italo-argentina e calabrese da parte del nonno che era di Briatico. Nella mia famiglia mia madre e mia nonna hanno lottato per una società più giusta per tutti. In particolare, mia madre era una pediatra e si è battuta a lungo per le adolescenti, per l’allattamento al seno, per chi subiva violenza, per chi aveva gravidanze indesiderate in giovane età. Con la stessa forza mia madre ha sostenuto la mia passione per il cinema e quando tre anni fa è andata via proprio a causa dell’Alzheimer, ho sentito che dovevo continuare la sua lotta e continuarla proprio qui, in Calabria. Non dimentico i suoi occhi quando guardava il mare di Briatico». Lo struggente racconto dell’organizzatrice raccoglie i consensi dell’amministrazione di Santa Severina che nella persona del sindaco Lucio Giordano, con il supporto di Bruno Cortese, ha scelto di supportare questa iniziativa che riunisce le esperienze filmiche di donne sudamericane, italiane e spagnole. Si sente a casa sua qui, Mon Ross, e spiega ancora: «Argentina e Calabria mi fanno sentire a casa mia. Qui la mia anima è in pace, di fronte al mare brillante. Vivo a Parigi ma da quando ho scelto di far tappa nella terra di mio nonno e di mia madre sento che la mia energia cresce. La Calabria – continua – ha la capacità di fermare il tempo e lasciare che la bellezza sovrasti tutto». Ed è in nome di questa bellezza che la serata è stata ospitata da uno dei borghi più belli d’Italia, Santa Severina, dove la potenza del Castello domina un panorama tra i più suggestivi al mondo e dove importanti iniziative su arte e artigianato rendono il luogo uno dei più propulsivi della Calabria. L’avventura estiva della trilogia “COMPAGNIA DELLE DONNE” può dunque proseguire il suo percorso con importanti novità. Saranno infatti proiettati a Palma de Maiorca i cortometraggi che raccontano la forza delle donne di Calabria. «Sono semplicemente felice, conclude la regista Pedatella, c’erano tanti limiti e insieme ai miei compagni di viaggio li stiamo esplorando e superando tutti. La Calabria ci insegna la forza ed il coraggio e qui finalmente sono a casa». Grande plauso per tutti gli interpreti del cortometraggio e incanto per l’interpretazione vocale della performer Gessica Giampà che con la sua versione de “La Cura” del compianto maestro Battiato ha regalato momenti di brividi e garantito una sincera partecipazione del pubblico. L’opera, ricordiamo, è stata prodotta dalla “Compagnia Teatrale BA17”, magistralmente capitanata dalla stessa Angelica Artemisia Pedatella, in collaborazione con “MMP” e “I Vacantusi” ed ha ricevuto il patrocinio della Regione Calabria.