Operazione MeMo è il gemellaggio poetico, sottoscritto in prima istanza lo scorso 28 febbraio a Montemurro (PZ), tra i comuni di Melicuccà e il comune lucano dove nacque il poeta ingegnere Leonardo Sinisgalli che di Lorenzo Calogero fu tra i primi estimatori, e che verrà convalidato a Melicuccà il prossimo 14 marzo.
L’iniziativa si inserisce nelle recenti attività di valorizzazione della figura di Calogero, grazie al contributo dell’editore LYRIKS che ha ripubblicato l’opera con una corposa antologia di poesie scelte dal 1932 al 1960 dal titolo “Un’orchidea ora splende nella mano” (con la prefazione di Aldo Nove, la curatela di Nino Cannatà, le traduzioni di John Taylor e una copertina speciale di Emilio Isgrò) e alla proficua sinergia con la Fondazione “Leonardo Sinisgalli” (FLS). Dopo le prime interlocuzioni avviate al Salone del Libro di Torino e proseguite in occasione della Festa della poesia 2024 “Lorenzo Calogero” a Melicuccà, è nato il desiderio di suggellare una collaborazione tra le due comunità, attraverso un patto di collaborazione e amicizia che ha visto la settimana scorsa a Montemurro e a Potenza una due giorni dedicata alla poesia. Nella data del 14 marzo, saranno ospiti in Calabria, presso lo storico Palazzo Capua, alcuni dei rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Montemurro e della Fondazione “Leonardo Sinisgalli”. Vi sarà l’occasione, inoltre, di ripercorrere i luoghi dell’anima del poeta Calogero dislocati nel suo borgo natio e nel suggestivo territorio tra la Costa Viola e l’Aspromonte.
Di seguito gli appuntamenti:
venerdì 14 marzo a Melicuccà, alle ore 17:00, verrà svelata la nuova targa segnaletica all’ingresso del paese, mentre alle ore 17:30 presso Palazzo Capua sarà sottoscritto il Gemellaggio da parte dei sindaci dei due comuni, Senatro Di Leo, per Montemurro, e Vincenzo Oliverio, per Melicuccà. A seguire verrà presentata la nuova edizione aggiornata del volume “Leonardo Sinisgalli e i bambini incisori”, edizioni FLS di Montemurro, a cura di Biagio Russo.
Interverranno Mimmo Sammartino, presidente FLS, Nino Cannatà, presidente di LYRIKS, lo stesso Biagio Russo e Luigi Beneduci, Direttore FLS. È previsto l’intervento del poeta Aldo Nove sulle figure di Leonardo Sinisgalli e Lorenzo Calogero nel panorama della poesia italiana del Novecento.
Il recupero critico della poesia di Lorenzo Calogero è al centro delle attività di LYRIKS e di un folto gruppo di lavoro che, da tutta Italia, sta lavorando per fare luce su questo poeta ingiustamente dimenticato, a partire dalla scorsa Festa della Poesia a lui dedicata nell’agosto 2024 a Melicuccà, diretta da Nino Cannatà e dallo stesso Aldo Nove, con autorevoli ospiti arrivati da tutta Italia.
Scoprire adiacenze e punti di incontro tra le poetiche del Novecento è un dovere che spetta a critici, studiosi e divulgatori, un dovere da portare avanti con lucidità e impegno, come dimostrano le attività della Fondazione “Leonardo Sinisgalli” e dell’Associazione culturale LYRIKS, affiancate dai due comuni gemellati dall’operazione MeMo in nome della memoria e dell’amicizia tra i poeti Leonardo Sinisgalli e Lorenzo Calogero.
È stato proprio Leonardo Sinisgalli tra i primi a comprendere la grandezza della poesia calogeriana. Il loro rapporto era anche d’amicizia e non solo letterario, tra scambi epistolari e generose tracce critiche. Sinisgalli, che sostenne il poeta di Melicuccà nel suo impervio percorso artistico, scriveva di Calogero con parole dense di ammirazione, riconoscendone la complessità e il valore culturale dedicandogli una prefazione per l’opera poetica “Come in dittici”, Maia edizione, Siena, 1956: «Sono felice di aver trascorso molte ore su queste pagine di versi; la vita non mi concede tante soste, devo rimandare alla notte i rari incontri con i poeti. Quest’opera è di lettura difficile; ho fatto fatica ad assuefarmi ad un congegno espressivo un po’ dissueto. La poesia ci dà oggi risultati anche troppo espliciti. L’autore di questo libro ha pagato cara la sua follia: venti anni di vita oscura, senza amici, senza complici. E ci si rende conto, ammirando l’estensione del suo dominio, che da tanti anni egli non poteva distrarre neppure un momento. Questa raccolta di circa cinquemila versi è stata preceduta da altri due libri ugualmente fitti: si tratta, quindi, di un lavoro assiduo e, certamente, di un’ispirazione ininterrotta. Un fenomeno raro nella storia delle nostre lettere, una dedizione disperata e mostruosa. Si può capire tanto ardore avanzando delle ipotesi, fabbricando noi un retroscena o un sottosuolo per giustificare una carica di energia così insolita. Ma al poeta è bastata la sua natura, il suo sentirsi vivo soltanto per esprimersi. Ha allineato gli eventi in un flusso inesauribile di parole».
I due poeti, entrambi professionisti in ambito scientifico (Calogero era medico, Sinisgalli ingegnere), erano convinti che tutte le scienze non fossero altro che costruzioni poetiche, ricollegandosi alla lunga tradizione dei poeti romantici inglesi ma senza approfittare delle lusinghe della retorica e del linguaggio poetico classicamente inteso. Le loro opere sono emblemi di come la poesia italiana del secolo breve sia stata proteiforme e capace di mutare nel tempo e al passo con la storia.
«Un’opera così serrata – continua Sinisgalli- non può essere il frutto di illuminazioni improvvise, non si giustifica come una scommessa o un miracolo. Il poeta ha rifiutato i soccorsi delle retoriche più fertili: l’incanto del numero, della simmetria, degli accenti, gli attriti degli oggetti, delle occasioni, della memoria. Si è fidato soltanto delle sue capacità espressive, di una vitalità insita nel linguaggio (la “vita acre dei segni”), per cui l’arabesco, che è senza dubbio l’acquisto più glorioso delle pagine più aperte, non è mai nomenclatura o contorno ma diventa esso stesso, più che strumento, sostanza spirituale».
Si percepisce come Sinisgalli abbia saputo approfondire con grande sensibilità e intuito – doti ben note del poeta lucano – gli aspetti più reconditi delle poesie dell’amico Calogero, con uno sguardo umano, affettivo, e non solo criticamente orientato: « Dietro le immagini c’è sicuramente un sistema, una dottrina di cui sentiamo la suggestione. C’è un’idea dell’essere come tremore, terrore, catena di eventi fulminei, rotti, casuali; il poeta arriva a cogliere un soffio, una scintilla e a restituircene qualche similitudine».
In questo progetto di studio e approfondimento di Calogero da parte dell’Associazione LYRIKS, rientra anche la pubblicazione del n. 30 di marzo-aprile 2025 della rivista Poesia di Crocetti, dedicata al “poeta assoluto” che, finalmente, può essere letto e apprezzato per tutte le sue qualità artistico-letterarie, fuori da pregiudizi e con l’attenzione che ha sempre meritato. Fervono già i preparativi per la prossima edizione della Festa della Poesia 2025 a Melicuccà, quest’anno con una certezza in più: il supporto reciproco con la Fondazione Sinisgalli e la possibilità, attraverso l’antica amicizia fra i due poeti, di continuare a indagare due delle poetiche più prestigiose e rappresentative del Novecento italiano.