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Ruffolo: il “Difensore Civico”

Intervista ad Ugo Ruffolo calabrese doc, essendo nato a Soverato, avvocato, professore ordinario di diritto civile, personaggio televisivo, consulente giuridico … Ugo Ruffolo è tutto questo ed anche di più. Tra i suoi attuali impegni di studio c’è anche quello sull’Intelligenza Artificiale, è infatti il giurista che negli ultimi anni ha scritto di più su questo tema: “L’intelligenza Artificiale sta cambiando il mondo con una velocità estrema e quello che vedremo tra due anni non è, adesso, immaginabile.”

Avvocato, professore ordinario di diritto civile, personaggio televisivo, consulente giuridico … Ugo Ruffolo è tutto questo ed anche di più. M ciò che più mi ha colpito nel leggere il suo lungo curriculum è stata la frase iniziale: nato a Soverato (in aprile)! Lei è soveratese DOC?
Assolutamente sì. Sono nato e ho frequentato le scuole sino a diciotto anni nella cittadina ionica, sono ex allievo dell’ottimo liceo classico salesiano e amo tornare a Soverato ciclicamente.
Ha insegnato in varie Università…
Professore ordinario a Bologna, professore incaricato a Perugia e ad Arcavacata, dove ho ancora eccellenti rapporti. Laureato a ventidue anni, assistente prima dei trenta e poi ordinario a 38.

Essere calabrese è stato uno stimolo in più per ottenere questi successi?
Principalmente faccio l’avvocato, e il mio Studio ha tre sedi, a Bologna, a Milano e a Roma, con più di venti colleghi: se ci si guarda intorno sono tanti gli di avvocati calabresi di successo.

Ricorda un aneddoto del suo periodo da studente liceale a Soverato?
Dai salesiani noi del posto eravamo gli “Esterni”, mentre coloro che vivevano tutta la settimana in collegio erano gli “Interni”. Chiaramente eravamo distinti per sesso e l’unico momento in cui potevamo avere contatti con le ragazze, che frequentavano l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, era quando arrivava “Il pullman di “Froiio” che portava tutti a Soverato.

E gli studi universitari?
Avendo ottenuto la borsa di studio a Roma vivevo nella Casa dello Studente che, a quei tempi, era simile ad un college inglese, con stanze singole, camerieri e portineria, dove si ricevevano le telefonate provenienti dall’esterno. Era veramente un bel modo di fare l’università. In seguito ho fatto l’assistente, ho svolto inizialmente la professione forense, che poi ho ripreso una volta ottenuta la cattedra. Alla Sapienza ho incontrato varie generazioni di studenti e, da assistente, ho vissuto anche il 1968 …

Da che parte stava?
Il ’68 era il ‘68 per tutti. In realtà si trattava di un vero rinnovamento culturale, una rivoluzione che andava oltre le classiche distinzioni, destra sinistra, che in fondo riguardavano piccole fazioni.

Una Rivoluzione utile?
Assolutamente sì.

Quanto conta sapere cosa sia il retratto successorio per affrontare l’esame di diritto privato?
Proprio perché ho insegnato anche nel 1968 il mio approccio è stato meno nozionistico e più tendente alla comprensione della struttura e dell’intelligenza della materia. Le mie lezioni sono sempre state interattive con gli studenti, che dovevano partecipare e dialogare. Senza interattività tanto vale scrivere un libro o registrare una cassetta da consegnare ai ragazzi.

Lei è conosciutissimo per una serie di trasmissioni televisive dove, pur essendo, nel quotidiano, avvocato di grandi aziende e multinazionali, difendeva i consumatori.
Sono essenzialmente avvocato di affari e di imprese; per oltre trent’anni, sono stato in “Prima serata”, con Tito Cortese (Di Tasca Nostra), Antonio Lubrano (Mi manda Lubrano), Andrea Vianello e Piero Marrazzo (MI manda Rai tre). Per me, si trattava di un’attività a latere dei miei studi giuridici, per conoscere ed analizzare un fenomeno di costume quale è la televisione. Devo dire che, ancora oggi, chi mi incontra mi parla bene di quella esperienza. In una puntata con Antonio Lubrano, dopo il mio intervento, era prevista una valutazione comparativa su alcune torte; avevo notato che uno dei partecipanti era piuttosto focoso ed avevo avvisato lo staff del programma. Infatti quella persona prese una torta e la spiaccicò in faccia al conduttore. Pur essendo in diretta nessuno, però, se ne accorse perché le telecamere tornarono subito su di me ed io ho continuato a parlare fino a quando Lubrano non è stato ripulito.

La morale sarebbe che la televisione fa vedere ciò che vuole …
Assolutamente sì.

Tra i suoi attuali impegni di studio c’è anche quello sull’Intelligenza Artificiale.
Credo di essere il giurista che negli ultimi anni ha scritto di più su questo tema. L’intelligenza Artificiale sta cambiando il mondo con una velocità estrema. Ciò che vediamo accadere oggi era impensabile tre anni fa e quello che vedremo tra due non è, adesso, immaginabile. Si dice che l’Intelligenza Artificiale creerà disoccupazione, facendo sparire molti mestieri oggi esistenti. Spariranno i taxisti ed i camionisti, con l’affermarsi delle auto automatiche, poi gli avvocati, i giornalisti oppure i radiologi, per i quali alcuni strumenti di individuazione e lettura delle radiografie stanno diventando fondamentali. La macchina ragiona per inferenza e non per sillogismo e causalità; è capace di dire come stanno le cose, ma non dice perché. Un robot sarebbe in grado di scrivere un’eccellente comparsa processuale. In Giappone, un romanzo scritto da una macchina è stato premiato tra i primi cinque in un importante premio letterario. La più importante novità dell’I.A. è che la macchina possiede un algoritmo che le insegna ad imparare e, quindi, ad evolversi ed a perfezionarsi. C’è anche chi teme che si tratterà dell’ultima invenzione degli umani perché ci distruggerà tutti. Probabilmente in futuro si genererà disoccupazione, ma forse potrebbe nascere anche un modo diverso di vivere, un modo diverso di produrre ricchezza un modo diverso di distribuirla, un modo diverso di vivere e gestire il lavoro. In passato le classi egemoni non lavoravano.

In quanto esperto di comunicazione cosa pensa della forza della pubblicità?
La pubblicità è capace di vendere sia un prodotto che un candidato ed oggi è molto diversa da quella di un tempo. Con le profilazioni che avvengono via internet si dice che la macchina se ti fa dieci domande ne sa quanto un tuo amico, se te ne fa cinquanta ne sa quanto tua moglie, se te ne fa cento ne sa più di quanto tu stesso sappia di te stesso. Lo sviluppo delle neuroscienze sta dimostrando che le nostre decisioni vengono adottate prima di quando noi abbiamo coscienza di averle prese: quando premiamo un bottone coscientemente, in realtà lo avevamo deciso in precedenza, senza rendercene conto.

Professore, può esistere un mondo senza diritto?
Nonesiste società senza delle regole, in un mondo senza diritto ci estingueremmo perché non sapremmo organizzarci. Pensi alle polemiche sulle vaccinazioni, in un mio recente articolo sul Quotidiano Nazionale ho scritto che è criminale non vaccinarsi, anticipando quanto detto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Forse Draghi ha avuto la sua stessa intuizione o ha letto il suo articolo.
La Costituzione, tutelando sia il diritto individuale che quello collettivo alla salute, consentirebbe allo Stato di imporre coattivamente l’obbligo di vaccinarsi.

Nel suo studio, c’è l’avvocato che diverrà l’Ugo Ruffolo del futuro?
Spero tutti.

Giorgio De Filippis

 

 

 

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