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lunedì, Marzo 10, 2025
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Sono passati trent’anni dalla morte di Fortunata (Tita) Armocida

Oggi, voglio ricordare la madre della mia prima moglie, morta 30 anni fa, all’età di soli 47 anni.

Ogni giorno è un nuovo giorno, un nuovo mondo, nuove sensazioni e antichi pensieri.

Questa mattina, mi sono svegliato con il ricordo di una persona che è stata molto importante nella mia vita, nonostante tutto, la madre della mia prima moglie.

Fortunata Armocida, per tutti Tita, è stata una persona che mi ha aiutato molto nella vita e mi ha voluto tanto bene. Lei è morta, appunto, il 10 marzo del 1995, trent’anni fa. Ricordo bene come ho vissuto quella giornata, per uno strano caso del destino ero al Comune di Siderno, seduto nella sala del consiglio comunale. Stavamo facendo un’assemblea con l’associazione “Agave”, per organizzare non ricordo quale convegno. Si apre la porta, spunta mio zio Ciccio! Persona schiva e riservata che raramente ho visto fuori dalla sua officina. Mi dice qualcosa e saliamo in macchina in una fase concitata arriviamo a Roccella, da subito capisco che sia successo qualcosa di grave, entro nell’ultima stanza e sul divano, c’è lei che sembrava stesse dormendo, ma invece era morta.

Era stata colpita da un infarto fulminante, mentre era per strada a Roccella. Trasportata in ambulanza, giunta alle porte di Locri, il suo cuore ha smesso di battere.

La cosa strana che ho pensato, stamattina, è che nonostante siano passati trent’anni ricordo perfettamente tutto quello che ho fatto quel giorno.

Tita è morta così, a 47 anni, mentre passeggiava per il suo paese, colpita da un infarto. Ho pensato molto se pubblicare o meno questo mio ricordo, ma Tita è stata una persona che meritava questo ed altro.

Ricordo, come oggi, la sua bontà e l’allegria che riusciva a portare negli ambienti che frequentava, le sue amiche, la passione per il buon caffè, l’amore per i figli e per la madre Argentina. Ogni volta che passo dal cimitero di Roccella gli occhi si girano per cercare quel sorriso.

Finchè la memoria vive, le persone vivono.

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