Il 24 maggio del 2005, a Siderno, veniva barbaramente ucciso Gianluca Congiusta, noto imprenditore nel settore della telefonia. Per ricordarlo, abbiamo chiesto a sua madre Donatella di raccontare il Gianluca più intimo.
Donatella, partiamo da Gianluca bambino. Che carattere aveva?
Quando era piccolino lo chiamavo “Ricciolino” per il bel carattere, qualsiasi cosa la divideva con gli altri bimbi.
Durante la sua infanzia, quali sono state le sue passioni e i suoi giochi preferiti?
La sua passione e il suo gioco preferito è stato il pallone, inoltre faceva attivamente parte dell’Ymca.
Gianluca, non ha avuta un’adolescenza facile, perché costretto a combattere contro una terribile malattia. In che modo è stata affrontata questa battaglia da lui e da te?
Si, da adolescente ha dovuto affrontare una terribile malattia: la leucemia fulminante. Quando il dottore gli disse che aveva 15 giorni di vita, lui con un sorriso che ha illuminato il reparto di oncologia rispose: “Dottore, io vado verso la vita e non verso la morte”. Quel male incurabile, infatti, l’ha vinta. Si è aggrappato alla vita non lasciando mai la presa. La battaglia è stata affrontata con la speranza sempre viva, alimentandola con il sorriso mio e suo.
In quell’occasione siete riusciti a vincere la guerra, Gianluca è diventato un giovane imprenditore affermato. Era contento degli obiettivi raggiunti?
In quell’occasione abbiamo vinto, ed Luca è diventato un imprenditore nel settore della telefonia con tre negozi. Era molto contento del suo lavoro.
Quali obiettivi voleva raggiungere a livello professionale e privato?
Voleva raggiungere degli obiettivi sempre sani e con valori puri, perché l’onestà e la trasparenza facevano parte del suo modo di essere.
Dietro la facciata di imprenditore, cosa c’era dentro il suo animo?
Sono la sua mamma, ma non posso fare a meno di dire che dentro la sua anima albergava amore e volontariato per aiutare gli ultimi.
Donatella, com’era il vostro rapporto?
Il nostro rapporto era di complicità, sorrisi, amore e di tenerezza
Qual è il ricordo più bello che hai di lui e l’ultimo, invece?
Il ricordo più bello che ho di lui quando è ritornato a casa con tre bimbi di un marocchino, arrivati per la festa della Madonna, che si erano messi davanti il suo negozio. L’ultimo ricordo, invece: io passavo con la macchina e lui usciva da un vicoletto con il telefonino in mano, salutandomi.
Cosa ti manca di più di Gianluca?
Mi manca tutto, proprio tutto, perché era la linfa della nostra famiglia.
Come sei riuscita ad affrontare e convivere con la sua perdita?
Ricordandomi una frase che lui mi disse quando ho compiuto gli anni: “Mamma, tu sei immortale, vero?” Continuerò a fare fede alla mia risposta trasformandomi in una roccia, dove nascono i fiorellini di speranza e amore, perché il suo obiettivo era seminare amore, ed io continuerò questo percorso per lui.
Se avessi la possibilità di vederlo, per un attimo, cosa vorresti dirgli?
Gli direi: “Ti amo, tesoro di mamma, ti amo”.
In questi vent’anni l’hai sentito vicino?
È sempre accanto a me, l’ho sento fortemente. Un figlio, Gianluca, che è volato in cielo da vent’anni, ma che nessuno ha dimenticato.
Ascoltando Donatella non ho potuto fare altro che emozionarmi e commuovermi, perché dalle sue parole si percepisce il profondo amore per suo figlio e la difficile convivenza con il dolore di averlo perso. Di fronte a tutti questi sentimenti non ci sono parole adatte, ma solo una pagina bianca, dove ognuno, leggendo le parole di questa madre può riempirle con le sue lacrime.