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lunedì, Marzo 3, 2025
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 3 Marzo.

Accadde che:

1939 (86 anni fa): Mohandas Gandhi inizia il suo digiuno per protesta contro il governo autocratico dell’India. Gandhi ha combattuto per l’indipendenza, contro l’autarchia, contro l’ingiustizia, deperendo, sino a trasformarsi in una metafora della transitorietà del corpo. Forte oppositore della lotta armata per l’annientamento del nemico, sia questo l’Impero Britannico e lo stesso governo indiano, utilizzò il digiuno per rendere visibile ed efficace la sua contrarietà allo stato di assoggettamento della sua stessa popolazione. I digiuni del Mahatma, guida spirituale e non dell’India, vennero interpretati sotto diverse sfumature, sia come azione di un nobile animo pronto a sacrificare la sua vita per una causa più alta, sia come abile manovra politica, come una sorta di ricatto morale, come un modo di utilizzare il proprio carisma per imporre la propria volontà. Si disse poi che i suoi digiuni altro non fossero che un atto di purificazione, un difficile esercizio di autocontrollo. Certo è che la carica emotiva e di presa fu sensazionale. La sua frase è stata: “Non c’è strada che porti alla pace che non sia la pace, l’intelligenza e la verità”.

1955 (70 anni fa): Elvis Aaron Presley appare in televisione per la prima volta. In origine ‘Louisiana Hayride’ era un programma radiofonico a cui Elvis Presley aveva partecipato il 16 ottobre del 1954, mentre il 3 marzo il programma radiofonico, trasformato in televisivo, vede nuovamente la partecipazione del re del rock’n’roll e il pubblico di metà degli Stati Uniti ha l’opportunità di ammirare questo astro nascente della musica pop. Gli interventi di Elvis al programma ‘Louisiana Hayride’ saranno molti anche perchè la sua presenza è garanzia di ascolti e successi. È stato uno dei più celebri cantanti di tutti i tempi, fonte di ispirazione per molti musicisti e interpreti di rock and roll e rockabilly, tanto da meritarsi l’appellativo de il Re del Rock and Roll o più semplicemente The King. La sua presenza scenica e la particolare mimica con cui accompagnava le sue esibizioni, ha esercitato una notevole influenza sulla cultura statunitense e mondiale.

Scomparso oggi:

2008 (17 anni fa): muore, a Santa Maria Hoè (Lecco), Giuseppe Di Stefano o semplicemente Pippo, come lo chiamavano gli amici, tenore. Nato, a Motta Sant’Anastasia (Catania), il 24 luglio 1921, è stato uno dei cantanti lirici più amati e popolari del dopoguerra. Da bambino inizia a cantare nel coro della chiesa, ma è solo molto tempo dopo che l’amico Danilo Fois, portandolo alla Scala, gli fa scoprire l’amore per la lirica. Il debutto ufficiale, terminata la guerra, avviene il 20 aprile del 1946, a Reggio Emilia. Interpreta Des Grieux, nel Manon di Massenet. Con questa stessa opera, dopo una rapida e folgorante carriera che lo ha portato in alcuni dei migliori teatri italiani, debutta anche all’estero, a Barcellona, inaugurando la stagione del Gran Teatre del Liceu. L’anno dopo, nel ruolo di Duca di Mantova nel Rigoletto, è a New York, al Metropolitan, teatro nel quale torna a grande richiesta fino al 1951. Ed è a questo punto che entra in scena nella sua vita una figura molto importante: Maria Callas, che avvia con Di Stefano un sodalizio artistico molto importante, che sarebbe durato fino agli anni ’70. È il suo periodo aureo, in cui i suoi “pianissimi” diventano celebri, quasi leggendari.L’ultima volta sul palcoscenico in una rappresentazione operistica Di Stefano la fa nel 1992, alle Terme di Caracalla, nelle vesti dell’imperatore Altoum, nella Turandot. Nel 2004, nella casa di Diani, in Kenya, per difendere il suo cane dall’aggressione di alcuni rapinatori rimane gravemente ferito. Ricoverato all’ospedale di Mombasa, si aggrava di colpo ed entra in coma il 7 dicembre. Il 23 viene trasferito in un ospedale milanese, senza riprendersi mai dall’incidente e restando in stato di infermità fino alla sua morte.

 

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