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sabato, Febbraio 22, 2025
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I luoghi di Calabria nel tratto geniale di Maurits Cornelis Escher

L’artista Maurits Cornelis Escher, durante la sua permanenza in Calabria tra il 1930 e il 1931, realizzò una serie di disegni che arricchiscono il patrimonio di opere ispirate ai nostri borghi e paesaggi.

Anna Foti

Escher visitò la Calabria nel maggio del 1930 insieme a tre amici. Da Roma arrivò infatti a Pizzo Calabro in treno e da lì intraprese un lungo viaggio tra le coste calabresi. Toccando Tropea, Palmi, Bagnara. Bova Marina, Monasterace, ma anche Catanzaro, Crotone, Rossano, Rocca Imperiale.

L’artista e incisore olandese, durante la sua permanenza in Calabria tra il 1930 e il 1931, realizzò una serie di disegni che arricchiscono il patrimonio di opere ispirate ai nostri borghi e paesaggi. Escher arriva in Italia nel 1922, anno in cui si reca anche in Spagna (Madrid, Toledo, Granada). Si ferma fino al 1936. Il suo viaggio e la sua permanenza nel Belpaese segnano la sua esistenza in modo profondo. Nel 1930, il primo punto di approdo in Calabria, attraversando il golfo di Sant’Eufemia, è Pizzo a bordo di una nave partita da Napoli. Ma il suo viaggio non si ferma qui e scendendo a Sud, lungo il mar Tirreno, scopre Tropea, Nicotera, Bagnara, Palmi, Scilla e costeggiando la punta dello Stivale arriva a Gerace e Stilo per poi risalire dalla costa jonica e approdare a Monasterace, Bova Marina, Melito Porto Salvo e alle pendici dell’Aspromonte. In sella ad un mulo, in questi luoghi ai margini, ma di assoluta bellezza, raggiunge paesi e borghi tra Palizzi a Pentedattilo. Poi risalendo la Calabria, arriva a conoscere anche Santa Severina, Crotone, Catanzaro, Cariati, Rossano, Morano Calabro e Rocca Imperiale. Il suo sguardo, il suo tratto e le tassellature del piano e dello spazio plasmano, tra il 1930 e 1931, i borghi arroccati e i panorami cullati dal mare in Calabria: la roccia a forma di cinque dita, dove si intravedono le vie sono popolate da fascino e mistero, la fiumara di Stilo con la valle che l’attraversa e la Cattedrale che la sovrasta, il Castello di Palizzi che domina case e viottoli e il Castello Ruffo di Scilla che guarda alla Marina da una parte e a Chianalea, dall’altra. Poi ancora Morano Calabro, Rocca Imperiale, Santa Severina e Tropea. Questa la Calabria ritratta nelle sue opere, sintesi ineguagliabile di geometria, visione e fantasia, tra le quali si annoverano le celebri Mani che disegnano (1948), Cielo e acqua I (1938) nella quale spiccano l’alternanza di luce e ombra e il gioco tra gli elementi vitali dell’aria e dell’acqua in cui pesci nel mare diventano uccelli nel cielo, Salita e discesa (1960), nel quale file di persone popolano una scala avvolta e che a sua volta avvolge un ciclo infinito.

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