Il 1 dicembre 2024 è entrato in vigore il decreto che ridisegna le tradizioni religiose. Monsignore Francesco Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, ha inaugurato una nuova fase per le celebrazioni religiose delle comunità locali. Il decreto “Pietà popolare, tesoro prezioso della nostra Chiesa” porterà un significativo cambiamento nella gestione di feste e processioni, storicamente cuore della tradizione culturale e folkloristica popolare.
Giulia Ferrara
Il decreto “Pietà popolare, tesoro prezioso della nostra Chiesa” è stato discusso e approvato dalla Conferenza Episcopale Calabra in particolare dall’Arcidiocesi di Cosenza e fortemente voluto da Monsignore Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace. Il decreto nella sostanza prevede un significativo cambiamento nella gestione di feste e processioni, storicamente cuore della devozione popolare, che ha portato alcune discussioni tra i comitati folkloristici territoriali e le diocesi locali.
Tra le disposizioni principali inserite nel decreto vi è il divieto di duplicazioni e triplicazioni degli eventi religiosi, anche se legati a voti o tradizioni secolari. Inoltre, viene ribadita la centralità della Domenica e dei Tempi forti dell’anno liturgico, il rispetto del giorno celebrativo del Calendario è un principio da osservare il più possibile, limitando le celebrazioni con feste di Classe A e Classe B e rispettando dunque e in maniera rigorosa, le date liturgiche stabilite dal Calendario. Il decreto mira anche a trasformare le feste popolari in momenti autentici di vita spirituale. Le processioni, in particolare, devono essere occasioni di preghiera pubblica e non semplici manifestazioni folkloristiche. Si chiede di evitare i fuochi d’artificio, con l’obiettivo – si legge nel comunicato della Diocesi di Locri – “di recuperare tempo e risorse per altre attività pastorali e per dare alle comunità cristiane e alla nostra Chiesa locale un volto meno cultuale e folkloristico, ma più evangelizzatore e missionario” –
Monsignore Francesco Oliva ha ribadito l’importanza di questo percorso di rinnovamento, dichiarando: “La nostra Chiesa è chiamata a riscoprire l’essenza della fede, armonizzando tradizione e liturgia, e offrendo alle comunità un volto più autentico, missionario e solidale”. Le nuove disposizioni potrebbero rappresentare una nuova sfida per le Parrocchie della diocesi sul territorio Calabrese, chiamate a trovare un equilibrio tra l’innovazione e il rispetto delle radici, evitando malcontenti generali, tensioni e l’allontanamento della comunità alla fede e alla Chiesa.