Recentemente Mimmo Giurato, nato e cresciuto a Bovalino, dove ha compiuto i suoi studi basilari fino alla maturità classica conseguita presso il liceo classico di Soverato, gestito dai Salesiani, ha dato alle stampe per i tipi dell’editore Laruffa un libro di memorie: Da Tex Willer alla fuga da Kiev.
Bruno Chinè
Subito dopo la maturità classica, come tanti calabresi che hanno voglia di studiare, cerca una università del Nord e finisce a Modena nella facoltà di medicina seguendo la tradizione familiare: il padre è medico. Il giovane non si sente portato per la professione medica e vuole entrare subito nel mondo del lavoro. Incomincia collaborando con diverse industrie farmaceutiche, come divulgatore. Arriva in poco tempo a coprire il posto di manager nella Glaxo, colosso mondiale della chimica. L’autore del libro è un personaggio poliedrico, originale, vissuto sempre nel suo privato e lontano dai riflettori; ha seguito il suo demone per usare un termine socratico, a lui certo caro, o per usare un termine nostrano più comprensibile, è vissuto sempre assecondando i suoi interessi e bisogni vitali dato che è curioso delle cose del mondo e che vuole conoscere direttamente luoghi, fatti e situazioni.
Mimmo incomincia a lavorare e viaggiare per il mondo: la sua curiosità e il senso dell’avventura lo supportano. Ora, dopo anni di lavoro e di viaggi vive da pensionato ed ha sentito, spinto dalla memoria, il bisogno di fissare sulla carta alcuni momenti del suo vissuto che aiutano tutti a riflettere sul del nostro passato che, molti di noi conoscono ma tanti altri ne sono completamente ignari e non hanno contezza delle trasformazioni portate dalla ruota del tempo. Il libro di Mimmo giova a chi quel mondo da lui descritto l’ha vissuto, ma principalmente ai giovani che spesso non hanno idea di come eravamo ignari delle sofferenze, dei sacrifici di intere generazioni per arrivare a vivere in questo mondo ancora, purtroppo, così difficile per tanti, ma anche con tante comodità e opportunità che i nostri avi non hanno avuto. Il libro racconta, con un linguaggio semplice, fatti salienti della sua vita che sono rimasti impressi nella sua memoria. I primi anni a Ciminà, un paesino agricolo, abbarbicato ai piedi del monte Tre Pizza, dove il padre teneva la condotta; il medico, in quei tempi, era l’unico presidio sanitario in mancanza di ospedali vicini. Nel suo studio arrivavano in tanti con le budella squarciate da
coltellate o colpiti da accetta in varie parti del corpo. Allora quasi tutti i medici calabresi provenivano dall’università Federico secondo di Napoli, erede della Scuola medica salernitana ed avevano notevoli competenze in campo chirurgico. Il libro racconta esperienze umane dell’autore e si conclude con la fuga avventurosa dall’Ucraina, dove viveva con la compagna, attraverso i monti Carpazzi e l’Ungheria, dopo l’invasione dei carri armati di Putin. Si tratta di un libro di vita vissuta, ma è principalmente un libro di cultura, con tanti riferimenti classici e si legge come un romanzo.