È in programma, per oggi, l’interrogatorio di garanzia e l’udienza di convalida per Rosa Vespa, di 51 anni, ed il marito Acqua Moses, di 43, senegalese, sottoposti a fermo per il rapimento di Sofia, la neonata prelevata dalla clinica Sacro cuore di Cosenza, martedì 21 gennaio, e liberata dopo tre ore dalla Polizia.
Intanto, gli investigatori della Squadra mobile stanno indagando per chiarire tutti gli aspetti della vicenda, a cominciare dal ruolo avuto da Moses.
L’uomo, al momento dell’arrivo della Polizia nel suo appartamento, mentre era in corso una festa per l’ingresso in casa di quello che, secondo Rosa, doveva essere suo figlio Ansel, è apparso sorpreso di quanto accaduto, ed avrebbe detto di non sapere che dentro la tutina azzurra non c’era suo figlio ma Sofia, la neonata rapita poco prima.
Secondo alcune testimonianze raccolte tra conoscenti e familiari della coppia, Rosa Vespa avrebbe simulato per nove mesi una gravidanza, fino ad annunciare su Facebook, l’8 gennaio scorso, la nascita di Ansel. In quei giorni, ai parenti, avrebbe detto che andava a partorire da sola perché c’erano dei casi Covid in clinica e, successivamente, che il bambino era rimasto in clinica per degli accertamenti. Un racconto tutto da verificare.
Gli accertamenti riguardano anche la struttura sanitaria. Troppo facile, hanno sostenuto gli investigatori, entrare, ma soprattutto uscire con una neonata in braccio.