Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 13 Gennaio.
Accadde che:
1930 (95 anni fa): viene pubblicata la prima striscia di Topolino. Era la consacrazione di un successo nato, non senza traversie, nelle sale cinematografiche due anni prima, quando il pubblico aveva conosciuto per la prima volta il personaggio ideato da uno squattrinato Walt Disney e da Ub Iwerks, l’unico collaboratore che gli era rimasto fedele, dopo il tracollo della sua casa di produzione e dopo che l’Universal gli aveva praticamente strappato sia la sua prima serie di successo a cartoni animanti, “Osvaldo il Coniglio”, sia il suo intero staff creativo. La perdita di Osvaldo il Coniglio, fu ampiamente ripagata dal successo di Mickey il Topo, conosciuto poi in Italia semplicemente come Topolino.
2012 (13 anni fa): la nave da crociera Costa Concordia, urta gli scogli dopo uno spericolato “inchino” all’isola del Giglio. Salpata dal porto di Civitavecchia alle 19 circa, la nave stava viaggiando verso Savona seguendo il percorso programmato della crociera “Profumo d’agrumi”. A bordo c’erano 4.229 persone tra equipaggio e passeggeri. L’impatto con gli scogli avvenne intorno alle 21:45, quando la nave si trovava davanti all’Isola del Giglio. In quel momento, il comandante Francesco Schettino e i suoi sottoposti stavano effettuando il cosiddetto “inchino”, una serie di manovre che vengono compiute nelle vicinanze di insediamenti costieri come forma di saluto verso chi osserva da terra. Alle ore 21.45, mentre la maggior parte dei passeggeri sta cenando nei saloni situati nella sezione di poppa e il 90% dell’equipaggio è all’oscuro dalle intenzioni del capitano, la Concordia, giunta al limite plausibile nell’inchinarsi all’Isola del Giglio, si ritrova con lo scafo sul più piccolo degli scogli delle Scole. La collisione provoca uno squarcio di 70 metri sul lato di tribordo. Gli scompartimenti 4, 5, 6 e 7 si allagano in breve tempo, fino all’altezza del ponte 0. Questa manovra scellerata condurrà alla morte di 32 persone, principalmente per annegamento, ed al ferimento di 110 persone. Tra le vittime, la più piccola si chiamava Dayana Arlotti, aveva 5 anni ed era in vacanza con suo papà Williams. Come emerso da alcuni passaggi della richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati, la bambina non aveva trovato posto sulle scialuppe del ponte 4, lato sinistro, ed era stata indirizzata dai membri dell’equipaggio sul lato destro dello stesso ponte. Mentre stava percorrendo il corridoio all’interno della nave, cadde insieme al papà nella voragine apertasi con il definitivo ribaltamento sul fianco destro dell’imbarcazione, precipitando in una zona allagata del ponte 4. Perse la vita anche il musicista Giuseppe Girolamo, batterista 30enne di Alberobello, che cedette il suo posto su una scialuppa di salvataggio e poi morì per asfissia da annegamento. Maria D’Introno, anche lei 30 anni, fu inviata dall’altro lato del ponte 4, perché la scialuppa che aveva scelto non riusciva a essere calata in mare. Si lanciò in acqua, ma non sapeva nuotare. Morirono annegati anche i coniugi americani Barbara Ann e Gerald Frank Heil, nel ribaltamento sul fianco destro della nave. Fra i morti anche la tedesca Elisabeth Bauer, 79 anni, salita a bordo con l’amica Margarethe Neth: entrambe sono decedute per asfissia da annegamento. Diversi corpi sono stati recuperati molto tempo dopo l’incidente. È il caso di Maria Grazia Trecarichi, 60 anni, i cui funerali si sono potuti tenere solo il 15 novembre 2013. E dopo 2 anni e 10 mesi dal naufragio è stato ritrovato l’ultimo cadavere, quello di Russel Rebello: 32 anni, di origini indiane, che lavorava sulla nave come cameriere. Il comandante e non unico responsabile della tragedia verrà processato per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio e abbandono di nave. Sarà condannato in appello e in Cassazione a 16 anni di reclusione, oltre all’interdizione per 5 anni da tutte le professioni marittime.
Nato oggi:
1970 (55 anni fa): nasce, a Cesena, Marco Pantani ciclista, considerato tra i più forti scalatori puri di ogni tempo per i suoi record in salita e i riconoscimenti da parte di altri corridori. Professionista dal 1992 al 2003, ottenne in tutto 46 vittorie in carriera, con i migliori risultati nelle corse a tappe. Si consegnò alla storia per esser entrato nel ristretto novero di atleti in grado di centrare la cosiddetta “doppietta Giro-Tour” trionfando, nel 1998, nei giri d’Italia e di Francia nella stessa annata; cronologicamente, è stato l’ultimo ciclista a riuscire nell’impresa. Suoi sono i tempi d’ascesa più veloci sui passi più prestigiosi del Tour, il Mont Ventouxe l’Alpe d’Huez. Escluso dal Giro d’Italia 1999, a causa di un valore di ematocrito al di sopra del consentito, risentì del clamore mediatico suscitato dalla vicenda. Pur tornato alle gare l’anno seguente, raggiunse solo sporadicamente i livelli cui era abituato, chiudendosi molto e abbandonandosi nella vita privata all’uso di droghe, come la cocaina. La sera del 14 febbraio 2004 fu ritrovato morto in una stanza d’albergo, a Rimini. La morte di Pantani lasciò sgomenti tutti gli appassionati delle due ruote, per la perdita di un grande corridore, uno degli sportivi italiani più popolari del dopoguerra, protagonista di tante imprese. Le circostanze della sua morte, al pari di quelle della sua esclusione dal Giro 1999, sono ancora oggetto di dibattito.