Dopo l’inaugurazione non sono mancate le polemiche. Non per l’avvio del nuovo corso nel reparto di Chirurgia toracica dell’ospedale di Cosenza, da tutti salutato come un segnale positivo, quanto per tre parole che hanno acceso i dubbi del Partito democratico. L’espressione “posti per solventi” ha provocato la reazione dei Democratici, con in testa l’ex consigliere regionale Carlo Guccione.
Un reparto diretto dalla Dottoressa Franca Melfi, guru della chirurgia robotica mondiale, nonché presidente della società europea di Chirurgia cardiotoracica. Al taglio del nastro erano presenti anche il direttore generale dell’Ao, Vitaliano De Salazar, e il rettore dell’Unical, Nicola Leone. La Melfi rappresenta una delle eccellenze italiane che, con entusiasmo e visione, ha scelto di tornare in Calabria per contribuire al rilancio del sistema sanitario regionale. «In questo primo mese di attività ci stiamo impegnando al massimo. Abbiamo già avviato il lavoro in sala operatoria e, contrariamente a tanti luoghi comuni, devo dire di aver trovato un ambiente molto positivo: tecnologia avanzata, competenze elevate e un team di collaboratori altamente qualificati che, insieme agli infermieri di corsia e di sala operatoria, hanno dimostrato grande professionalità e spirito di squadra. Durante il primo intervento non ho riscontrato alcuna difficoltà, e questo la dice lunga sulla qualità del personale. Spero che questo sia l’inizio di una integrazione con tutti gli altri colleghi, passaggio chiave nel successo dei nostri interventi e, soprattutto, delle buone cure e della buona pratica clinica». Così ha commentato la Dottoressa Melfi.
Eppure non sono mancate le polemiche a causa della presenza di 4 posti letto per solventi”. Per Guccione «I ricchi saltano la fila e i poveri restano in attesa» e la previsione dei posti per solventi è «un fatto di una gravità inaudita, vuol dire che, a turno, 4 pazienti usufruiranno di un trattamento privilegiato, perché in grado di pagarsi personalmente o per il tramite di una compagnia assicurativa, l’intera prestazione ospedaliera. Sotto mentite spoglie è l’avvio della privatizzazione della sanità pubblica. In un ospedale nel quale mancano all’appello oltre 300 posti letto (su 730 posti letto previsti solo 425 attivi) già accreditati». L’ex consigliere regionale parla di «di volgare commercializzazione» che avviene mentre «centinaia e centinaia di pazienti, non potendosi permettere prestazioni ospedalieri posti letto a pagamento, per giorni e giorni restano parcheggiati al pronto soccorso, proprio per mancanza di posti letto».