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giovedì, Dicembre 5, 2024
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Pedemontana della Piana: una storia lunga 40 anni

Finalmente si apre uno spiraglio sull’affare della Pedemontana. Dopo lunghi anni di battaglie, dopo diverse iniziative pubbliche con Sindaci ed Associazioni di cittadini, si apre una nuova fase che dovrà portare Sindaci, Istituzioni, Associazioni a trovare un’unità d’intenti e puntare ad aprire un confronto tecnico con la Regione Calabria.
Aldo Polisena

Finalmente si apre uno spiraglio sull’affare della Pedemontana. Dopo lunghi anni di battaglie, dopo diverse iniziative pubbliche con Sindaci ed Associazioni di cittadini, dopo l’ultima iniziativa in ordine di tempo a Santa Cristina d’Aspromonte del 5 ottobre, sulla questione dell’infrastruttura stradale al servizio di paesi dell’interno, l’intervento, coraggioso e costruttivo, del Vicesindaco della Città Metropolitana con delega alla viabilità, Avvocato Carmelo Versace apre una nuova fase che dovrà portare Sindaci, Istituzioni, Associazioni a trovare una unità d’intente e puntare ad aprire un confronto tecnico con la Regione Calabria.

Troppo tempo è passato da quando nel 1990 iniziarono i lavori, poi interrotti, del primo lotto Cinquefrondi-San Giorgio Morgeto di quella strada che avrebbe dovuto collegare 23 paesi dell’interno con l’A2-San Pietro di Caridà (il comune più a Nord dei cinque della costituenda Unione dei comuni “Alta Piana del Mesima”) con la costruenda Bagnara-Bovalino e con innesto sulla SGC  682 Ionio -Tirreno. Oggi ci troviamo con due lotti San-Giorgio-Cittanova e quello Cittanova-Taurianova- Valle del Marro aperti ma poco funzionale e con un tracciato stranamente deviato verso sud, che taglia fuori i comuni di Terranova S.M., Varapodio, Molochio, Oppido Mamertina e gli altri Comuni Aspromontani.

Ricordando l’importanza che ricopre la Pedemontana  nel collegamento con la Ionio Tirreno e quindi tra il territorio della Piana e la zona Jonica, a nostro avviso, è assurdo che si siano sperperati oltre 100 milioni, spesi inutilmente, per avere un tracciato che stravolge il progetto originario previsto dall’Accordo Quadro di Programma per il sistema delle infrastrutture di trasporto della Regione Calabria del 2002 e modifica le ipotesi più funzionali della Comunità Montana di Cinquefrondi e quella dell’Ingegnere Antonio Brath. Abbiamo gridato allo “scandalo della Pedemontana” ma abbiamo anche realizzate ipotesi progettuali creando   alleanze con Sindaci e cittadini. Il nostro obiettivo era di coinvolgere la Città Metropolitana così come è stato, tant’è che sono state programmate interventi di completamento della Pedemontana con le relative richieste agli Enti Sovracomunali, di finanziamento dei relativi lotti.

L’altro obiettivo era quello di aprire un tavolo con la Regione Calabria sull’importanza della realizzazione di questa infrastruttura attraverso i finanziamenti del PNRR e dei Por Calabria 2021-2027. Questo secondo obiettivo non ha registrato passi in avanti e nessun incontro con la Regione Calabria, la quale è il soggetto principale per realizzare questo progetto ambizioso ma finalizzato a togliere dall’isolamento i piccoli centri- aspromontani e farli continuare a vivere così come sostiene, giustamente, l’Avvocato Versace.

Siamo ancora in tempo per correggere gli errori del passato e dare le risposte giuste che i Comuni dell’interno aspettano da anni. Noi non abbiamo paura della Pedemontana, noi siamo in prima fila per realizzare un’ipotesi di sviluppo della Piana attraverso, anche, un sistema di infrastrutture viarie e ferroviarie che includa la messa in sicurezza e il raddoppio delle corsie della Ionio-Tirreno, della rigenerazione delle ferrovie Taurensi in una moderna metropolitana di superficie eco-compatibile, e attraverso la realizzazione del Progetto originario della Pedemontana. Siamo pronti a fare come sempre la nostra parte, augurandoci che gli altri facciano la loro.

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